Ma quant’è bella la Juve, ma quanto è signora la Vecchia Signora che non stigmatizza la mancata partecipazione del Napoli alla premiazione della Supercoppa a Pechino. Non lo potrebbe fare. Aveva fatto la stessa cosa 14 anni fa disertando la premiazione della Lazio che, in Supercoppa, l’aveva battuta all’ultimo minuto (puntuale ricordo della Gazzetta dello sport). Ma come è umana la Juve che dedica la vittoria a Conte squalificato e non a Mazzoleni da squalificare. Arbitro indecente, promosso internazionale per allungargli la carriera, personalità mediocre che lascia decidere a Rizzoli, giudice di porta, il rigore del pareggio juventino e al guardalinee Stefani l’espulsione di Pandev, un guardalinee poliglotta se è riuscito a capire la protesta in macedone dell’azzurro.
Fin quando si è giocato al calcio, la Juve aveva solo pareggiato con un tiro della domenica di Asamoah e il rigore di Vidal contro i due fantastici centri del Napoli in contropiede (Cavani gol al galoppo, Pandev gol col “cucchiaio” e l’assist per la rete del Matador). La Juve ha vinto ai supplementari, undici contro dieci, su autorete di Maggio. Undici contro nove ha maramaldeggiato con Vucinic per il 4-2.
Si parla di superiorità juventina, ma la percentuale del possesso palla (70,5) resta fine a se stessa se non viene tradotta in pericoli per la porta avversaria. Il primo tiro della Juventus è venuto al 37’ (il gol di Asamoah), nessun’altra conclusione nel primo tempo contro le sei del Napoli (i gol di Cavani e Pandev, le parate di Buffon sui tiri di Pandev, Hamsik, Cannavaro, Cavani). Prima che Vidal siglasse il 2-2 su rigore, il Napoli sfiorava due volte con Cavani la rete del 3-1.
Un merito la Juve l’ha avuto, la saldezza dei nervi, recuperando due volte in chiara inferiorità sul campo e picchiando abilmente mentre gli azzurri facevano fallo in maniera plateale e anche ripetuta. Mazzoleni prendendo a fischiare solo in un senso ha agevolato la “battaglia nervosa” vinta dai bianconeri. Al Napoli è mancata la serenità di reggere un confronto fattosi aspro e ingiusto.
L’elogiata superiorità juventina è tutta da dimostrare. L’ingresso di Vucinic nella ripresa ha inciso sulla pericolosità offensiva dei bianconeri (salvataggio di De Sanctis e traversa, salvataggio di Cannavaro a porta vuota). Ma la Juve in difesa è stata più disastrosa del Napoli, in attacco è stata inferiore pur girando di più a ridosso dell’area napoletana, a centrocampo non ha espresso una superiorità netta giocando maggiormente la palla però senza l’aggressività e la precisione note.
Esaminando il rendimento individuale c’è un margine di vantaggio per il Napoli che vince cinque confronti a quattro, due in parità. Il dettaglio: Buffon (6), De Sanctis (5); Campagnaro (5,5), Lucio (5); Cannavaro (6), Bonucci (5); Barzagli (6), Britos (5); Asamoah (6,5), Maggio (5); Zuniga (6) e Lichtesteiner (6); Behrami (6) e Marchisio (6); Vidal (6), Inler (5,5); Hamsik (6), Pirlo (5,5); Pandev (6,5), Giovinco (6); Cavani (6,5), Matri(5). Anche con l’ingresso di Vucinic (voto 6,5) il Napoli conserva il vantaggio. Non abbiamo visto un grande Pirlo, condizionato dalla marcatura di Hamsik, impreciso nei lanci, assente negli assist, errori anche sui corner e le punizioni. Con le due espulsioni, è venuto meno l’impiego di Insigne. Il Napoli non ha potuto giocare tutte le sue carte.
In proiezione campionato, la Juve ha denunciato la mancanza di un risolutore in attacco, il Napoli una difesa ancora sotto processo. A Pechino sono mancati gli esterni azzurri, l’arma spesso decisiva, e questo rende opportuno arricchire il ruolo con giocatori più giovani, pimpanti ed esperti.
Tatticamente, Mazzarri ha vinto fino al rigore di Vidal attraendo la Juve nella metà campo azzurra con marcature personalizzate (senza danni per le prestazioni fiacche di Pirlo, Marchisio, Giovinco, Lichtsteiner e la nullità di Matri) e castigando l’avversario in contropiede. Poi le espulsioni di Pandev e Zuniga hanno deciso il match. Nulla ha rubato la Juventus servita a pennello dalle sanzioni arbitrali (scandaloso il doppio “giallo” a Zuniga che aveva subito fallo per primo).
Il Napoli ha perso una grande occasione perché era preparato meglio della Juve. Non si è capita la sostituzione di Hamsik con Gargano, peraltro protagonista di venti minuti confusi. Forse le due ammonizioni in difesa (Cannavaro e Britos) hanno consigliato la sostituzione del “capitano”: sfortunatamente Fernandez ha fatto cilecca in una fase decisiva.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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