Concluso vittoriosamente il match di beach-football contro la Fiorentina, punteggio pieno in classifica, i tifosi sognano (scrivendo t’amo sulla sabbia del San Paolo?). Si giocano tornei di football sulle spiagge della Costa Brava, in Spagna, da Tossa de Mar a Blanes. Meglio dell’Europa League che costringerà il Napoli a giocare sull’erba (altrui). De Laurentiis ha discolpato il Comune. Il campo di patate è l’errore di un’azienda, ingaggiata dal Napoli, che quest’anno non ha monitorato il fungo che alligna sempre a Fuorigrotta e, complici i 50 gradi al suolo dello stadio, ha divorato l’erba. Si correrà ai ripari prima che l’Europa ci svergogni nel primo confronto contro l’Aik Stoccolma (20 settembre).
Sabbia a parte, che non ha impedito alla Fiorentina di giocare bene nel primo tempo divorandosi il Napoli a centrocampo, però senza inquadrare mai la porta (due soli tiri pericolosi, fuori di un soffio), la squadra azzurra ha vinto una di quelle partite che l’anno scorso non vinceva. Gli azzurri hanno sofferto senza però rischiare di perdere, è stato ben scritto. Olè. I viola non sono draghi sotto rete, nonostante le rumbe di Cuadrado, i guizzi di Jovetic dappertutto, gli inserimenti di Borja Valero e i ghirigori di Hamdaoui e Ljaljic. In sostanza, la difesa azzurra ha retto. Buone notizie da Britos. In eccellenti condizioni Campagnaro. Spazzatutto Cannavaro senza badare allo stile. De Sanctis: neanche una parata.
Dopo la “passeggiata” di Palermo contro un avversario acerbo (siciliani a zero gol, sei nella loro porta), il Napoli ha avuto difficoltà per un’ora contro la Fiorentina. Non solo per merito dei toscani, abili a centrocampo, ma per demerito dei centrocampisti azzurri fuori fase. Behrami, Dzemaili, Hamsik ci hanno capito poco nel primo tempo mentre Cavani ha dovuto fare il difensore, Maggio e Zuniga i terzini. Il Napoli ha rimesso la testa e il centrocampo a posto nella ripresa (anche con l’ingresso di Inler) contro i “vecchietti” di Montella che non si reggevano più in piedi (Pasqual 30 anni, Pizzarro 33). Avevano dato tutto nel primo tempo.
Due tiri, due gol. Ma anche un Insigne che è stato una continua spina nel fianco della difesa toscana (due ammoniti per falli sul ragazzino). Ecco l’ultimo Napoli. Maturo? Cinico? Implacabile? Certo, se si vince senza che Cavani va mai al tiro e Insigne lavora per la squadra e non mira la porta (una sola volta, a giro, fuori), però con Hamsik che fa il centravanti, che cosa si può dire? Si può dire che vincendo così (se non è stata solo una occasione fortunata) si va lontano. E c’è ancora Pandev ai box. Però turiamoci le orecchie con la cera, imitando Ulisse, mentre continuano le sirene dello scudetto. C’è ancora un gap notevole con la Juventus (che ha tre squadre competitive da schierare). Se i bianconeri non perderanno battute in campionato, lasciando energie in Champions, si confermeranno strafavoriti. Semmai, è in palio il secondo posto. In attesa di capire se è tutto oro quel che riluce nella Lazio, si profila un duello Napoli-Roma per la piazza che assicura l’ingresso diretto nella prossima Champions. Immaginavo le milanesi più forti con gli ultimi ritocchi.
Che cosa manca al Napoli per essere squadra da scudetto è un discorso ozioso (o da fare per il futuro, forse già a gennaio). Mazzarri lo sa più di tutti. Sono disponibili quei giocatori che possano assicurare il famoso “salto di qualità” senza stravolgere la formazione ben collaudata? Fuori i nomi e ne parliamo. Il Napoli è in forma (ha retto bene agli assalti della Fiorentina pur giocando male per 50 minuti). Preparazione forse anticipata per la Supercoppa. Deve servire per correre molto sino a dicembre quando occorrerà fare i “richiami” e cambiare passo.
Godiamoci, allora, questa squadra con i suoi limiti e le sue sorprese (12 nazionali nella “rosa”). Non guardiamo oltre perché oltre c’è la Juve, accidenti a lei!
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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