Il Napoli sulla giostra di marzo. Dieci giorni, tre partite (il Cagliari nell’anticipo del venerdì, il Chelsea mercoledì 14, l’Udinese domenica 18), tre tenori, undici leoni e sei milioni di tifosi nel mondo. S’accelera il tic-tac del cuore. Dove può arrivare questo Napoli? Fermiamo il calendario e pensiamo al Cagliari, stoppa giustamente Mazzarri. Un colpo alla volta con la migliore formazione possibile.
Non fidarsi del Cagliari, un’altra squadra esperta in pareggi (10) e che ha bisogno di punti-salvezza (+6 sulla zona-retrocessione). Ha talenti notevoli. Pinilla (1,88), ultimo pirata cileno del gol. Il Bronzo di Colombia Ibarbo (1,88), colosso possente in attacco. Il magico brasiliano Thiago Ribeiro. I 65 chili di straripanti muscoli indonesiani di Nainggolan. Il cesellatore dell’isola Cossu. Danielino Conti giunto ai 32 anni ma di stirpe prodigiosa. Predoni d’assalto. Ma il Cagliari fa meno gol di quanti ne incassa (23-29), punita la sua sfrontatezza?
Il Cagliari sarà prudente a Napoli per portarsi via un punto. Due volte ha pareggiato con l’Udinese. Ha fatto pari sul campo della Juve. Tirerà il freno. Più compatto fra centrocampo (perso però il nerbo di Biondini) e difesa, palloni di fortuna per i colossi dell’attacco, prodezze individuali che potrebbero tenere il Napoli in ansia.
Ma da quest’altra parte c’è il Pocho Lavezzi che tutto squassa e scombina, che s’è innamorato del gol (cinque nelle ultime quattro partite), che sprigiona allegria, trascina, esalta e che, in agguato Cavani dalla panchina con Pandev in campo, sarà più vicino alla porta. Del folletto argentino il San Paolo s’è invaghito completamente. E c’è un Napoli a corto di difensori, ma ugualmente saldo, una squadra che ha tenuto testa al Bayern, al Manchester City, al Chelsea e che, a Parma, s’è tirata su da un’autentica tempesta. Una formazione che sa soffrire e rimanere a galla perché nel buio delle partite buie il Pocho s’accende e accende il razzo, il bengala, il tric-trac che illumina. Momento magico del nuovo scugnizzo della pampa, teso a superare il suo record stagionale di gol (8, ne ha già fatti sette).
Forse rimarrà a riposo anche Maggio per i balletti di Zuniga a destra e la corsa solida di Dossena a sinistra. Atteso Inler sul podio del centrocampo con Gargano, il tamburino uruguayano più disciplinato ma pronto alla verticalizzazione. Hamsik mediano, come il nuovo equilibrio di squadra richiede, però cavallino magico per capovolgere il fronte e innescare il contropiede, cresta aerodinamica e piede fatato. Maggiore attenzione dietro e la squadra può raggiungere qualsiasi traguardo.
Il periodo “moscio” sembra superato, gli 8 pareggi in tredici partite, il rovescio al San Paolo con la Roma, la caduta di Genova. C’è un vento nuovo di brillantezza fisica (bravi Pondrelli e lo staff sanitario). C’è il richiamo di cinque vittorie consecutive in campionato che segnerebbero un altro record della gestione di Mazzarri. C’è la determinazione di questo momento importante. C’è un tifo che spinge perché è tornato a sognare. Il campionato è tutto da giocare (-5 dalla Lazio terza). La continuità dei risultati è un’altra conquista. Sei risultati utili di fila (14 punti), un passo più svelto di Lazio (12 punti) e Milan (11) nelle ultime sei tappe. Ci sono tutte le premesse per andare in paradiso. Ma, come dice Mazzarri, niente fantasie e occhio, testa, cuore e muscoli contro il Cagliari.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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