Diego Milito, il Principe, invita tutti alla festa argentina.
«Sarà una partita bellissima».
Sceglie anche il titolo per lo show del Meazza.
«Inter-Napoli può diventare la sfida scudetto».
Il bomber nerazzurro si prepara per l’assalto alla squadra di Lavezzi e si racconta in questa intervista al Mattino.
Inter-Napoli è già match per il titolo?
«Se non fosse che siamo solo ai primi chilometri della maratona, direi di sì. Inter-Napoli non può essere considerata una sfida per lo scudetto ma può diventarla lungo il percorso del campionato, se noi e loro sapremo dare continuità ai risultati, senza mai dimenticare che Milan, Juve, la stessa Lazio hanno le potenzialità tecniche e psicologiche per partecipare a una corsa direi infinita. E non si possono escludere le cosiddette sorprese, come l’Udinese, ormai realtà consolidata».
Cosa ha portato di nuovo Ranieri? E cos’ha provato quando è stato esonerato Gasperini, con lei al Genoa?
«Quando si cambia un allenatore in corsa, a causa dei risultati negativi, non è giusto indirizzare le colpe. Non è un luogo comune o una formula diplomatica dire che le responsabilità sono di tutti, nessuno escluso. Con Gasperini abbiamo dato tutto, in fase di preparazione e nelle partite, per far vincere l’Inter. Lui si è espresso al massimo e noi altrettanto. Alla fine tutti siamo rimasti dispiaciuti per come è andata a finire. Purtroppo anche questo è il calcio. Non mi piace confrontare chi c’è stato e chi c’è. Ranieri è arrivato da poco e sta mettendo a nostra disposizione tanti anni di esperienza. Sono arrivati due risultati positivi e hanno ridato entusiasmo all’ambiente. Non eravamo campioni prima, non abbiamo ancora vinto nulla adesso. Una squadra come l’Inter deve sempre fare i conti a fine stagione».
Inter-Napoli è anche una grande sfida sudamericana, anzi argentina.
«Ce ne sono tanti tra Inter e Napoli. Un dna storico, sia per loro che per noi. Santana, Fideleff, Chavez, Fernandez, Campagnaro, Lavezzi: se ci mettiamo insieme, facciamo una bella nazionale… Gli argentini del Napoli sono tutti connazionali con i quali sono in buoni rapporti. Sono contento per Campagnaro: dopo quello che ha passato è bello rivederlo in campo».
Né Milito né Lavezzi giocano nella Seleccion, che ha profondamente deluso ai Mondiali e in Coppa America.
«L’Argentina, come altre nazionali, può attraversare periodi più o meno vincenti, più o meno fortunati, ma resta tuttavia una nazionale che gioca sempre per vincere titoli e questo nessuno potrà mai discuterlo».
Dopo essere stato la stella dell’Inter di Mourinho campione d’Europa ha vissuto una travagliata stagione: adesso come sta?
«Punto alla salute. Sono sincero: nella scorsa stagione ho sofferto tanto, è difficile accettare una condizione a singhiozzo, entrare e uscire, lavorare per recuperare e poi, al primo tentativo vero, ricominciare ancora da zero».
Cosa c’è nel mirino di Milito: il secondo scudetto, la seconda Champions, il titolo di capocannoniere?
«Non prometto nulla e non sogno niente di particolare, se non stare bene ed essere a disposizione dell’Inter. Ho voglia, tanta voglia, e questa è la cosa più importante».
Tre anni fa, estate 2008, il Napoli trattò il suo acquisto con il Real Saragozza prima che tornasse al Genoa.
«È vero, c’è stato un momento della mia carriera nel quale veniva ipotizzato un trasferimento al Napoli. Poi non è successo più nulla. Non ho ricordi particolari, ma ho sempre avuto rispetto per il Napoli, un club di famiglia per noi argentini, perché Maradona lo ha fatto diventare quasi una squadra di Buenos Aires».
Il Napoli sta tornando grande come quello di Diego: è ai vertici in Italia e al debutto in Champions è secondo nel girone.
«Il Napoli ha da sempre un ruolo importante nella storia del calcio, però parliamo del nuovo Napoli. Non può più essere considerato una sorpresa, è una realtà del calcio italiano: gioca bene, con uno stile preciso, ha voglia, carattere, corsa, mentalità. I risultati in Champions non mi sorprendono, anche se il girone è davvero molto duro e quindi temo che il Napoli dovrà lottare fino all’ultimo per la qualificazione. Sicuramente non regalerà nulla a squadre sulla carta più quotate come Bayern e City».
Al Meazza Pazzini e Cavani rischiano di saltare.
«Inter e Napoli hanno calciatori importanti: le assenze pesano, ma chi sarà disponibile saprà dare valore a una sfida che si annuncia bellissima».
Mazzarri pensa di schierare Pandev, suo compagno per due anni nell’Inter.
«Goran, un amico. Lo rivedrò molto volentieri. Abbiamo vinto insieme per l’Inter, ma quello che conta di più è il rapporto che si è creato a prescindere dal campo. Goran è grande e spero che sabato si ricordi di essere solo in prestito… Scherzo, ovviamente: Pandev è un professionista eccellente e lo vorrà dimostrare una volta in più con il Napoli, contro di noi».
Il campionato è partito un po’ a singhiozzo: colpa degli impegni delle tre big in Champions o è migliorata la qualità delle medio-piccole?
«Non è la prima volta, se non sbaglio, e credo che possa diventare una costante soprattutto in Italia. Anche negli altri campionati c’è qualche sorpresa. Sicuramente le squadre che hanno meno impegni e meno nazionali possono preparare la stagione in maniera differente, mettendo le basi per una partenza veloce. Penso, per esempio, all’Atalanta. Non posso giudicare il Napoli, ma per quanto ci riguarda, e se non sbaglio qualche problema lo ha avuto anche il Milan, la somma di Coppa America e finale di Supercoppa, giocata ad inizio agosto a Pechino, ha indubbiamente condizionato la preparazione».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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