Sette minuti con il Real Madrid; altri diciannove con il Chievo; magari titolare con l’Atalanta. Come scrive Il Mattino Milik è risorto. Non è ancor quel fulmine di guerra che ha impressionato tutti nei primi giorni d’azzurro, con la doppietta al Milan e poi quella alla Dinamo Kiev, ma il polacco è stato restituito al calcio. È trascorso quasi un girone di campionato da quando ha giocato l’ultima volta da titolare: era a Bergamo, il 2 ottobre. Quattro mesi e mezzo dopo, ecco il suo ritorno in campionato. È sceso in campo nel momento di massima sofferenza degli azzurri, col Chievo in pressione: e lui non si è perso d’animo, ha combattuto, stretto i denti, dato una mano a centrocampo. Si è capito che è guarito, anche nella testa, quando è entrato in scivolata su Hetemaj a centrocampo per rubargli una palla e far ripartite il contropiede. D’altronde, in queste poche giocate già ha fatto meglio (e non di poco) di Pavoletti che invece è partito dall’inizio ma ha assai deluso. Milik non ha la mente rivolta al passato ma è proteso verso il nuovo che lo attende. Ha una grande voglia di recuperare il tempo perduto e quindi non si ferma ai ricordi. Ha un obiettivo nella sua testa: vuole essere titolare il 7 marzo con il Real Madrid. O meglio, vuole essere pronto per quel giorno e offrire a Sarri un’alternativa a Mertens e al tridente dei piccoletti che tante faville ha fatto fino ad adesso. Il polacco è rimasto in campo il tempo di alimentare la straripante voglia di normalità che ha inseguito mese dopo mese da quando i legamenti hanno fatto crac, in spasmodica sintonia con i tifosi del Napoli che lo hanno aspettato con incrollabile fede.
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