Berlusconi lo corteggiò non solo con i miliardi (di lire). Presidente del Milan da un anno, Sua emittenza aveva saputo che Maradona e il suo manager erano in una sala dell’aeroporto di Linate in attesa di un volo per Napoli. Li fece avvicinare da un suo collaboratore: “C’è un aereo privato per voi, è della Fininvest”. Al gentile passaggio fino a Capodichino sarebbe seguita una telefonata a Guillermo Coppola, detto Guillote, diventato procuratore di Maradona nell’85 dopo il divorzio da Jorge Cyterszpiler: gli gestiva gli affari e ne assecondava sbagliate scelte di vita. L’incontro con Berlusconi e il suo entourage avvenne in un ufficio del centro di Milano, come Coppola avrebbe raccontato ai suoi collaboratori napoletani. “Preparatevi, potremmo presto trasferirci tutti a Milano”. Nell’autunno dell’87 il presidente del Milan offrì di tutto e di più per sottrarre Maradona al Napoli, che aveva appena festeggiato il primo scudetto della storia. Miliardi, almeno 5 a campionato; un aereo privato, contratti televisivi e villa. Per Coppola, un ufficio a San Babila, dove si sarebbero sistemati il manager e i due segretari, Cecilia Pagni e Gianni Aiello. La tentazione, come ha raccontato Coppola nel libro sulla sua vita, fu forte perché il Milan di Sacchi affascinava Diego. “Confermo: il dottor Berlusconi avrebbe voluto prendere Maradona, ne era innamorato e io ero d’accordo. Ma poi non se ne fece niente”, racconta Arrigo. Maradona fece cadere la proposta perché era solidissimo il suo rapporto con Napoli. “La città e i tifosi venivano prima di tutto per lui”, spiega Coppola. Pochi mesi dopo cominciò la trattativa con Ferlaino per prolungare il contratto di Diego, acquistato nell’84 al termine di una sofferta trattativa con il Barcellona. Sfruttando la forza della popolarità del campione, il manager obbligò il Napoli a riacquistare il cartellino: non solo un nuovo ricco contratto, ma anche sette miliardi di lire come «indennizzo». Diego tentò la fuga, ma non per cedere alla corte di Berlusconi: nell’89 lo cercò il Marsiglia di Tapie, però Ferlaino lo bloccò. Tre anni dopo, estate del ’92, al termine della prima squalifica per doping Maradona avrebbe lasciato il Napoli grazie alla Fifa, che lo dirottò agli spagnoli del Siviglia, cercando di sfruttarne l’immagine per i Mondiali del ’94 negli Stati Uniti.
La Redazione
C.T.
Fonte: Il Mattino
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