MILANO – Per il momento è soltanto una suggestione. Di quelle che affascinano e conquistano, però. Christian Maldini, figlio di Paolo e nipote di Cesare, ovvero la terza generazione di una famiglia che ha segnato e fatto la storia del Milan, ieri, si è affacciato per la prima volta alla prima squadra, partecipando alla seduta di Montolivo e compagni. Si è trattato soprattutto di una coincidenza. A causa dell’infinita serie di infortuni (ultimo della lista Birsa), infatti, Allegri continua ad avere a che fare con una rosa ridotta e il lavoro in allenamento finisce per complicarsi. Normale, quindi, attingere alla Primavera. Già, il fatto è che giusto ieri i baby rossoneri sono rientrati da Amsterdam, dove mercoledì sera hanno affrontato (come i grandi) l’Ajax, conquistando una vittoria che ha esaltato Galliani. Ma Christian, tra i più giovani del gruppo, essendo un classe ’96, era invece rimasto a Milano, così è toccato a lui vivere l’emozione – fino ad un certo punto, visto che a Milanello è sempre stato di casa – del primo allenamento assieme a Balotelli e soci.
INZAGHI DA CONVINCERE – Maldini jr, rispettando la tradizione di famiglia, è un difensore e come il padre, all’inizio della sua carriera da professionista, gioca abitualmente da terzino. La differenza sta nel corsia di competenza, visto che la sua è quella destra, mentre Paolo imperversava sulla sinistra, nonostante fosse di piede destro. Nella scorsa stagione ha avuto una serie di problemi fisici che lo hanno pesantemente condizionato, tanto che in tutta la stagione ha disputato un’unica partita da titolare tra gli Allievi Nazionali. Salute permettendo, la sua speranza è quella riuscire a convincere Inzaghi (per quasi un decennio compagno di spogliatoio del padre) a concedergli spazio.
ANCHE DANIEL SCALPITA – La famiglia Maldini, comunque, sempre non produrre solo difensori. Il secondogenito di Paolo, vale a dire Daniel, è un attaccante: tra pochi giorni compirà 12 anni, essendo nato nel 2001, e fa parte della rosa dei Giovanissimi Regionali B. Pare che abbia già messo in mostra doti particolari. Ci vorrà ancora qualche anno, ma c’è da credere che, come il fratello maggiore, almeno un allenamento con i grandi lo farà. Fare previsioni sul resto, per lui, come per Christian, è ancora prematuro.
PADRE E NONNO – Di certo non sarà semplice per loro gestire paragoni pesanti come quelli con il padre e con il nonno. Paolo, ad esempio, che mercoledì sera era in tribuna al «Parco dei Principi» in compagnia di Ibrahim Ba ad assistere a Paris SG-Benfica (e al club francese era già stato accostato in passato…), giocando con la maglia rossonera fino a quarant’anni, ha messo assieme ben 902 presenze (condite da 33 gol), ma soprattutto ha raccolto 5 Coppe dei Campioni, 7 scudetti, 2 Coppe Intercontinentali, un Mondiale per club, 5 Supercoppe Uefa, altrettante italiane e una Coppa Italia. Cesare, invece, si è «fermato» a 451 presenze e soli 3 gol, per un palmarés costituito da una Coppa dei Campioni, 4 scudetti, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia. Difficile sognare di più.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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