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Tra Milan e Sassuolo, dalla gioia di Britos alla mezza sconfitta di Tosel

Il turn-over di Benitez e la gioia di Britos: dall'infortunio del Gamper al gol di San Siro

Ci era rimasto malissimo quella notte d’agosto del 2011, infortunatosi durante il trofeo Gamper. La voglia di mettersi in mostra contro un avversario tra i più quotati, si infranse dopo pochi minuti. La Champions la vide da spettatore non pagante: tanti mesi di lungo calvario e doloroso lavoro per rimettersi in sesto. In silenzio e con dedizione, Miguel Angel Britos ha recuperato ma non ha mai convinto Walter Mazzarri che lo considerava un rincalzo o comunque un comprimario. Troppi gli 11 milioni spesi per un difensore massiccio come l’uruguagio, ma lui sempre in silenzio ha saputo aspettare: si sà, il tempo è galantuomo. Dall’inizio del nuovo corso azzurro e con l’arrivo di Rafa Benitez, le gerarchie vengono totalmente riviste: in soffitta il concetto di “titolarissimi” e dentro quello di “turn – over”, non integrale ma a rotazione. Il segreto del Napoli è qui, dosare le forze ed in campo chi dimostra di sapersi metter in discussione. E allora capita che Mesto convinca il tecnico spagnolo a puntare su di lui come vice Maggio e che Britos si prenda il posto in squadra da titolare. Capita che l’uruguagio sia tra i migliori nella delicatissima sfida col Borussia Dortmund e sia il protagonista della sfida col Milan. Le copertine non gli concedono il giusto spazio: ancora in fase di rodaggio, come dimostra qualche sbavatura iniziale proprio contro i tedeschi; assolutamente perfetto contro il Milan. Difende bene,  strilla e stende Balotelli: non abbassa la cresta ma segna, e fuori l’urlo di gioia tanto cullato. Vincere a Milano è stato speciale, aver vinto con l’apporto di un difensore a lungo bistrattato ha un sapore particolare. Il Napoli vince e convince, c’è spazio per tutti. Via i musi lunghi; chi s’offende è fetente! Mercoledì arriva il fanalino di coda, Sassuolo. Qui comincia un’altra storia: i cori uditi “noi non siamo napoletani” dimostrano come il luogo comune sia ovunque, anche nell’illuminata Emilia-Romagna. Che siano stati i supporters neroverdi o interisti poco importa; ci hanno pensato quelli del Milan a scandire bene che “Napoli è colera e la vergogna dell’Italia intera”. Di quale Italia si parli non lo sappiamo, quel che è certo è che il Napoli non è più la bella speranza del passato ma una solida realtà: lo hanno capito tutti, da Benitez a De Laurentiis; dai calciatori a Mazzarri. La palla passa ai tifosi, chiediamo a loro un ulteriore salto di qualità: siano consapevoli della forza del club e di tutte le difficoltà conseguenti. Siano consapevoli che nessuno regalerà nulla e siano consapevoli che Tosel farà ancora finta di nulla, giustificando ancora una volta l’atteggiamento dell’italiota medio. Se permettete, una mezza sconfitta.

Francesco Gambardella
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