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Milan, Giampaolo: “Capisco le critiche, non si vince con il modulo”

''Rimane più difficile quando ci sono squadre che si schierano con dieci giocatori dietro la linea''

L’allenatore del Milan Marco Giampaolo ha parlato in conferenza stampa. Tanti i temi toccati per un Milan che deve assolutamente fare punti nella partita di campionato contro la Fiorentina: “Oltre le scelte, voi vi soffermate sui singoli, io mi preoccupo della squadra nel suo complesso e di come recita la sua parte. L’obiettivo dal primo giorno è giocare a calcio e fare la partita, gestendo i tempi controllando la gara con una percentuale di possesso superiore agli avversari. Per buona parte della gara l’ho visto contro il Torino, l’atteggiamento è stato convinto.

Uno dei dettagli è stato quello di non chiudere la partita, la gara è cambiata quando non abbiamo punito la confusione del Torino. Abbiamo avuto il torto di non ammazzare la partita, quella era la strada per vincere. Abbiamo perso alcune coordinate, non abbiamo fatto filtro per far lavorare al meglio la linea difensiva. Alcuni dettagli hanno spostato la partita, mi sono anche divertito per una buona parte di gara. La squadra giocava e ha trovato certezze, non abbiamo gestito al meglio alcuni momenti della gara”.

Giampaolo non rinnega le sue idee di gioco portandole avanti con convinzione, come ribadito più volte in queste settimane: “Si prende una strada e si porta avanti quella, a me non piace cambiare perché perdi riferimenti e giochi individualmente. Dobbiamo proseguire in una direzione, il 4-3-3 o il 4-3-1-2 alla fine sposta poco, sono le caratteristiche che determinano la partita. Non vince il modulo. La Juve di Allegri ha vinto scudetti giocando con mille sistemi di gioco, eppure ha vinto”.

L’ex allenatore della Sampdoria parla anche delle critiche ricevute per le 3 sconfitte rimediate nelle prime 5 giornate di campionato: “Malumore e critiche le capisco, il Milan non è una cosa così, raccoglie milioni di tifosi. Ha una storia e una bacheca ricca, capisco i tifosi. Io ho il dovere di lavorare con serietà per migliorare le performance della squadra, mi limito però al mio compito”.

“Non c’è la stessa sensazione in tutte e cinque le gare – prosegue l’allenatore del Milan – a Torino ci siamo creati le occasioni. Per me non c’è un problema attaccanti. Piatek in quella posizione ritrova il suo habitat, Leao ha le caratteristiche per giocare lì. La sensibilità dei giocatori nel trovare situazioni sta nelle loro qualità, molte volte le occasioni da gol possono nascere dal recupero palla. Rimane più difficile quando ci sono squadre che si schierano con dieci giocatori dietro la linea. Loro due però non escludono gli altri, io non guardo i singoli giocatori”.

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