In vista del derby di Milano ha parlato in conferenza stampa il tecnico del Milan Gennaro Gattuso. Ecco le sue parole, riportate così da Milannews:
“C’è tantissima voglia. Mica dobbiamo fare a botte, non è pugilato ma calcio. La parola “rabbia” bisogna quantificarla, fare una gara nervosa non è giusto. Bisogna avere calma e lucidità. Domani bisogna avere rispetto per l’avversario perchè l’Inter può farti male in qualsiasi momento”.
Sul gol di Biglia: “Nelle ultime gare stiamo prendendo punizioni dal limite, possiamo prendere più falli al limite dell’area avversaria ma la media è molto bassa. Abbiamo 3-4 giocatori che calciano bene”.
Sulla paura di non esserci al derby: “E’ già la terza volta, non posso permettermi di lasciare la squadra senza allenatore. Se voglio migliorare devo imparare queste cose qui, ho sbagliato e devo migliorare. Non posso discutere così con i giocatori, ho sbagliato ed è giusto che il quarto uomo mi abbia cacciato via. Per fortuna non ho detto nulla di grave. Partita vissuta in tribuna stampa? Non lo sapevo nemmeno, ma sono me stesso”. Sulle parole di Berlusconi: “Quello che dice il presidente è così, bisogna rispettarlo, io faccio le scelte e prendo le decisioni”.
Sulla stanchezza dell’Inter: “Mi riallaccio alla gara che la Juve ha fatto a Madrid. Tutti a dire che la Juve era stanca e morta, poi avete visto al ritorno. Bisogna capire se la stanchezza e fisica o mentale. I miei giocatori non hanno stanchezza fisica altrimenti non fai corse di 50 metri a raddoppiare sugli avversari, qualche giocatore però a livello tecnico soffre un pò di più. Suso e Paquetà? Stiamo chiedendo qualcosa in più a questi giocatori, ma bisogna essere compatti e solidi, non è un problema fisico ma del lavoro che gli chiediamo”.
Su Gattuso nella crescita: “Ho sempre pensato che l’allenatore in una squadra incide al 30-40% poi bisogna avere un bel gruppo di lavoro, ci vuole disciplina e rispettare la società. I meriti sono dei ragazzi e del club, e una piccola percentuale c’è anche qualcosa di mio e del mio staff”. Sull’andamento della stagione: “Nelle prime 7-8 partite di campionato giocavamo un calcio diverso ma facevamo fatica a portare i punti a casa. Prendevamo sempre gol. Il fatto di soffrire e non prendere gol e ribaltare il risultato nel recupero, ci ha dato sicurezza”.
Sul secondo posto: “Dobbiamo arrivare in Champions, ora se arriviamo secondi o quarti cambia poco. Il Napoli ha un vantaggio ampio e ha una squadra forte, non voliamo troppo alti. Il Napoli ha qualcosa in più di noi e lo sappiamo. Ancelotti ha fatto molto turnover e hanno molti giocatori, per il Napoli la Coppa non è un problema. Siamo lontani da loro”.
Sulla coperta corta: “Non sono un sarto che riesce ancora a cucire bene i vestiti. Sbaglio ancora qualcosa, stiamo li per migliorare ma il sarto non lo sono al 100%”. Su Piatek: “Non parlo molto con lui, ora comincio a vedere qualche sorriso in più e mi fa piacere perchè pensavo che all’inizio era arrabbiato con me. Gli piace allenarsi, al massimo si prende un giorno libero, poi torna qui ad esercitarsi”. Sul Milan favorito: “E’ una gara in cui non esiste una favorita. Il derby si vince controllando bene le emozioni e le energie prima del fischio d’inizio. Entrare in campo con la testa libera”. Sulla trappola derby: “Il periodo negativo l’abbiamo passato prima, quando siamo usciti dall’Europa League. Non ci caschiamo in questo giochino che noi stiamo bene e loro stanno male. Dobbiamo rispettare una squadra forte come l’Inter, che può farti male in qualsiasi momento”. Su Icardi: “Anche il giocatore più forte al mondo deve avere rispetto degli altri componenti dello spogliatoio. E quando vedo che non c’è rispetto posso diventare l’uomo più cattivo al mondo. Ma non solo del giocatore, anche di chi lo gestisce. Lo spogliatoio è sacro e chiedo a tutti di dire le cose in faccia, meglio mandarsi a quel paese ma poi il rancore bisogna metterlo da parte”. Sul sentimento nello spogliatoio: “Sono partite in cui devi parlare il meno possibile. Già da giocatore la preparavo con il silenzio, e da allenatore sono uguale. Sono altre le gare in cui devi punzecchiare i giocatori, non questa. Oggi a Milanello si sente che l’aria è diversa, il derby si prepara da solo, la pressione e la tensione è abbastanza alta”. Sulla rivincita personale: “Non c’è nessuna rivincita, dobbiamo continuare a credere al nostro obiettivo e far crescere i nostri giocatori, di provare a tornare in Champions League. Non ho nessuna rivincita con l’Inter. Non solo io ero in discussione. Vedi Allegri, ha perso a Madrid e sembrava più buono a nulla, ora tutti hanno fatto un passo indietro. Io sono fortunato per quello che sono e per il lavoro che faccio alla mia età”. Sulla panchina a rischio 4 mesi fa: “Mai pensato all’esonero, ho solo pensato a lavorare e non ci ho mai pensato di andare via”. Sull’Inter: “Non penso agli altri, parlo solo di quello che succede all’interno del mio spogliatoio”. Su Piatek: “La differenza la deve fare il collettivo, la squadra e non il singolo. Pochi vincono le gare da soli, e oggi non siamo in condizione di vincerla con uno solo”. Esame di maturità: “E’ una gara che può servire a tutti, ai giocatori e allo staff tecnico perchè siamo tutti giovani e vogliamo crescere” Su Biglia titolare: “Domani vediamo”. Sulla gara più importante in carriera: “E’ una gara come le altre, ci sono tre punti in palio. Non mi preoccupa la gara, ma cosa ti può lasciare la sfida se le cose andranno male. L’Inter può farci male. Mi preoccupano le altre 10 gare dopo questa. Se vinciamo a livello mentale questa gara ci può dare qualcosa in più, se non va bene sarà difficile dopo il derby”. Sulla gara: “Dobbiamo essere bravi a contrastare la loro pressione, all’andata non ci fecero respirare. Domani sarà la stessa gara e bisogna avere coraggio. All’andata non mi era piaciuto l’atteggiamento della nostra squadra mentre domani voglio vedere i ragazzi giocare con la testa libera”. Sul derby: “Ogni derby ha una storia a sé, sarà diverso da quello di 4 mesi fa. Sento dire che siamo i favoriti e che l’Inter è morta, non è così perchè il derby è una gara a sé. Domani San Siro fa il record d’incassi e deve essere il nostro dodicesimo uomo in campo, ma bisogna rispettare l’Inter”.
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