Nella settimana del trentennale da presidente del Milan, Silvio Berlusconi in esclusiva a Premium Sport ha rilanciato le ambizioni rossonere: “Spero che il nostro ciclo di vittorie possa riprendere presto. Noi stiamo ricostruendo un ciclo con giocatori soprattutto italiani, il mio sogno è quello di vedere un Milan tutto tricolore“. La base è Donnarumma: “E’ il futuro del Milan, garantisco che non lo venderemo per nessuna cifra“. “Nessuno può pensare di vincere per sempre – ha continuato Berlusconi nell’intervista di Carlo Pellegatti per Premium Sport -. Ci sono cicli e formazioni ben costruite, una volta finita la generazione si ricomincia da capo“. La rinascita parte dalle fondamenta e la rotta indicata dal presidente del Milan è chiara: “Fosse per me schiererei una squadra solo di calciatori italiani e siamo sulla buona strada. Fa male vedere spesso le big del nostro calcio giocare con tanti stranieri, anche la Nazionale ne risente. Noi in difesa e in mediana abbiamo un blocco italiano, ci manca qualcosa in attacco e speriamo di essere bravi a formarli o a trovarli”.
Con la promozione in prima squadra di Locatelli sono sei i giovanissimi a disposizione di Mihajlovic, a partire da Donnarumma: “E’ ammirato da tutti, è titolare del Milan a 16 anni ma garantisco che non ci lascerà. Resisteremo a qualunque offerta e penso che possa diventare il portiere rossonero per i prossimi venti anni. Penso sia destinato a fare la carriera di Maldini perché è un gran bravo ragazzo, molto solido fisicamente e caratterialmente. Sarà il simbolo del Milan del futuro. Poi c’è De Sciglio che è già nel giro della Nazionale, ma anche Locatelli che è un giocatore illuminato. Vedo in lui il nuovo Pirlo”.
Tra i pupilli storici del presidente Berlusconi c’è stato Andriy Shevchenko: “Nessuno che amasse il calcio non poteva innamorarsi di Sheva quando era in giornata. Ha interpretato il calcio a livello artistico altissimo, come lui Ronaldinho. Shevchenko però era un genio”.
Infine un aneddoto sullo scudetto del 1999 con Zaccheroni alla guida: “Sei gare prima della fine del campionato chiamai Boban e gli dissi ‘Da questo momento non valgono più le indicazioni dell’allenatore, valgono le mie. Voi siete perfettamente in grado di seguirle. Le vincemmo tutte, con la grande parata di Abbiati a Perugia’”.
Il progetto del Milan del futuro è chiaro: “Vorrei un Milan tutto italiano e stiamo lavorando in questo senso. Anche la Nazionale soffre questa grande presenza di stranieri nel campionato e infatti non abbiamo degli attaccanti italiani di livello. Al Milan stiamo puntando molto sui giovani, ne è la testimonianza Locatelli, l’ultimo aggregato alla prima squadra; poi De Sciglio, che è già nel giro della Nazionale, oltre a Donnarumma che a 16 anni è ammirato da tutti e su cui io garantisco non lascerà il Milan, qualunque offerta arrivi. Spero possa essere il nostro portiere per i prossimi 20 anni: può diventare un simbolo come Maldini, perché ha talento ed è un bravissimo ragazzo”.
Bacca è l’attaccante del presente: “E’ un bravo ragazzo oltre che un cecchino spietato. A volte è fuori dal gioco, perché il Milan di oggi non pratica a fondo quel diktat di diventare padrone del campo e del gioco e questo è ciò di cui stiamo discutendo con i tecnici, ma quando arriva la palla giusta fa sempre gol”.
Berlusconi fa anche il punto della trattativa con Mr Bee: “Nel calcio sono entrati capitali infiniti e le squadre che vogliono essere protagoniste hanno enormi mezzi a disposizione. Una famiglia come la mia, che in questi 30 anni ha già investito nel Milan 1 miliardo e 200 milioni di euro, non può fare tutto da sola. Il Milan ha conquistato la simpatia di 363 milioni di tifosi nel mondo, di cui 242 milioni solo in Cina e allora abbiamo verificato quanto è importante il brand Milan in quei mercati: mister Bee ci ha fatto un’offerta molto concreta e interessante per commercializzare il brand, con sponsorizzazioni, scuole calcio, merchandising e questo piano potrebbe garantirci entrate per 100 milioni all’anno. Noi riteniamo che questa sponsorizzazione potrebbe farci competere con gli altri club che hanno importanti afflussi di capitale. Comunque mister Bee si interesserebbe solo della parte commerciale, mentre tutto ciò che riguarda la conduzione sportiva rimarrebbe a noi”.
Difficile il ritorno di Ibrahimovic: “E’ un giocatore che ha classe e potenza: ovunque va vince, ma credo che riceverà offerte dall’America, dai paesi arabi o dalla Cina per noi impareggiabili”.
Bocciato Pippo Inzaghi come allenatore: “Gli ho dato fiducia come allenatore, ma forse non era ancora pronto: il suo Milan non riusciva a sfidare gli avversari prendendo in mano il pallino del gioco. Gliel’ho detto molte volte, ma probabilmente aveva bisogno di maturare ancora”.
Sulla tentazione di acquistare Diego Armando Maradona dichiara: “L’ho avuta, però era diventato una bandiera del Napoli e mi imposi di non comprare le bandiere. Così come ebbi la tentazione di comprare Totti. Mentre Nesta, invece, lo comprai quando fu messo sul mercato”.
Il ricordo più bello: “La finale di Coppa Campioni a Barcellona contro lo Steaua: dopo la fantastica semifinale contro il Real il popolo rossonero si riversò a Barcellona, che diventò un’altra Milano. Se chiudo gli occhi ancora oggi vedo le migliaia di fiammelle accese in tutto il campo, che crearono un’atmosfera di leggenda. Mentre l’addio di Van Basten è stato il momento più commuovente: Marco era il campione dell’eleganza, il suo gol contro la Russia in finale di Europeo è tra i più belli della storia del calcio. È un grande uomo, fu sfortunato perché dovette lasciare nel momento migliore della carriera. Il suo addio fu dolorosissimo”.
Fonte: Sportmediaset
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