Roberto Mancini, commissario tecnico dell’Italia, ha dedicato alcune parole, su La Gazzetta dello Sport, al suo ex compagno e amico Sinisa Mihajlovic, scomparso all’età di 53 anni dopo aver lottato contro la leucemia: “Da ieri non ho più un fratello. Per me Sinisa lo era davvero, perché è stata la vita a renderci tali. Prima il calcio, e poi la vita. Questo è un giorno che non avrei mai voluto vivere. Penso solo a quanto sia ingiusto che una malattia così atroce si sia portata via un ragazzo di 53 anni, un uomo buono, una persona perbene. Compagni di squadra e di panchina, sempre di spogliatoio perché anche, forse soprattutto, lì dentro ci siamo conosciuti fino a piacerci, a capirci, a litigare, comunque a diventare spalla uno per l’altro, quando per l’uno o per l’altro diventava necessario. Ventotto anni di calcio e di vita – prosegue l’articolo sulla rosea – ho visto crescere il calciatore e il leader che chiunque sa di calcio avrebbe voluto nella sua squadra. […] Credo di avergli insegnato qualcosa anche io: lo spero, perlomeno. Sicuramente lui mi ha insegnato quanta forza si può avere dentro e quanta se ne può dare a chi ti sta vicino, se ha voglia di capirlo”.
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