Nel 2004 Marek Hamsik fu pagato dal Brescia 60 mila euro, tre anni dopo fu rivenduto al Napoli per 5 milioni e mezzo. Pochi mesi dopo squadre come Chlesea, Inter e Juventus erano disposte a pagarlo 30 milioni. A scoprire Hamsik fu Maurizio Micheli, ex responsabile dello scouting bresciano nonchè attuale osservatore del Napoli. Fu altresì fondamentale l’intervento di Leonardo Mantovani che, proprio come Micheli, passò dal Brescia al Napoli. Un colpo da maestro, ricorda Micheli a “bresciaoggi.it” : “Sì, ricordo bene come ho scoperto Hamsik, c’era un quadrangolare under 17 tra Slovacchia, Lettonia, Grecia e Far Oer. Ci andai perchè la Slovacchia stava per diventare un paese comunitario. Ero da solo, non c’erano altri osservatori italiani. La prima partita era Slovacchia-Lettonia”. A un certo punto l’occhio clinico di Micheli vide “un giocatorino bravissimo nel dialogo a centrocampo e soprattutto nell’attaccare la profondità, nella capacità di inserimento. È la qualità che lo rende unico”. Hamsik allora aveva 16 anni e Micheli tornò in Italia aspettando il momento buono per chiudere l’affare. L’occasione arrivò nel 2004, quando la Lega Calcio fece una legge che consentiva alle squadre italiane di tesserare due giocatori neo-comunitari. La mattina dopo Micheli era già sul primo aereo per la Slovacchia. Nessun problema con l’agente del giocatore, Yuri Venglos, amico di vecchia data: la firma sul contratto e sul volo di ritorno, con l’allora talent scout del Brescia c’era Hamsik con i suoi genitori. La stella cominciò a brillare.
LA REDAZIONE
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