Il Napoli è ad una svolta. De Laurentiis cambia tutto e tutti dopo il fallimento di questa stagione. Dall’internazionale Benitez, a Sarri il napoletano. Dal giovane Bigon, probabilmente si passa alla rivelazione del Carpi, Cristiano Giuntoli. Analizziamo pro e contro della vicenda. Non vogliamo contraddirci perché, per mesi, abbiamo sostenuto che Inzaghi non potesse passare dagli allievi del Milan alla prima squadra in soli due anni, sbandieriamo ai 7 venti l’importanza della gavetta e poi Sarri firma a Napoli e ci lamentiamo? No! Sarri è l’emblema della gavetta. Ottimo conoscitore e studioso di calcio, idee innovative, un credo unico e con tanta polvere mangiata sui campi di provincia. E’ arrivata, finalmente, l’occasione della vita. Anche economica. Dai 400.000 euro di Empoli passa al milione e mezzo di Napoli. Lavora benissimo con i giovani e qui potremmo avere dei dubbi sulla gestione di eventuali big nello spogliatoio. Se siamo certi che, con Sarri, Gabbiadini esploderà ulteriormente, nutriamo dubbi su altri calciatori. Così come portare un big europeo a Napoli, con Sarri in panchina, potrebbe essere più complicato se ci si trovasse di fronte lo snob di turno. Ma ce ne frega. Il vero problema credo sia uno: De Laurentiis è il primo che non crede in Sarri. Lo dimostrano i fatti, non le chiacchiere. Se prendi un allenatore e gli fai firmare un contratto di un anno, con opzione sul secondo da esercitare da parte della società, significa che se le cose, malauguratamente, non dovessero andare bene, impieghi un minuto a dargli un calcio e a spedirlo a casa. Detto così è brutto ma un allenatore in scadenza in uno spogliatoio come quello del Napoli rischia di diventare facile preda di tigri e leoni. Non c’è un progetto che ruota attorno a Sarri e non c’è neanche la convinzione che sia arrivato quell’allenatore capace di farti vincere quello che Benitez non ti ha fatto vincere. Se il Presidente avesse creduto realmente in Sarri, non sarebbe andato prima in Spagna a fare giri turistici e gli avrebbe fatto firmare, almeno, un biennale con opzione sul terzo anno. Il primo colpo De Laurentiis, però, già l’ha fatto: liberarsi di Riccardo Bigon. Il Direttore Sportivo che a Napoli non ha lasciato alcun segno. Zero in tutto. L’abitudine da team manager di andare in panchina, poche partite viste in giro per l’Italia e per il mondo e l’opportunismo di legarsi agli allenatori in base alla loro presenza a Napoli. Si fa, in queste ore, il nome di Cristiano Giuntoli, artefice del miracolo Carpi. Anche qui due considerazioni, tra pro e contro. Giuntoli è un grandissimo Direttore Sportivo. Un lavoratore che riesce a fare ottime squadre con 4 soldi. Direttore aziendalista, talmente preparato che potrebbe tranquillamente sedere in panchina al fianco del Mister. Al contrario di Bigon, Giuntoli è sempre sul pezzo, grande gavetta e vede almeno 50 partite a settimana, di cui una ventina dal vivo. Lo trovi su tutti i campi, conosce calciatori di serie D e Lega Pro come noi comuni mortali conosciamo Messi e Cristiano Ronaldo. Il dubbio su Giuntoli potrebbe essere uno soltanto: finora, per le società che ha gestito, doveva conoscere mercati secondari, in così poco tempo riuscirà a prendere immediatamente confidenza con il mercato internazionale che serve al Napoli? Questa potrebbe essere l’unica perplessità ma sul Direttore e sulla persona, De Laurentiis ci ha visto benissimo.
fonte: tmw
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