Nome omen: Mesto, chi altro?, perché quel 3-0 lascia volti sconcertati ed una amarezza dentro che sa quasi di dolore. Mesto, Giandomenico, che rappresenta se stesso, il Napoli e pure lo stato d’animo collettivo d’una squadra che sfila via dal «Philips Stadion» avvolta nella sua tristezza per una notte da dimenticare.
Mesto, cosa è successo?
«Abbiamo incontrato un avversario che ci è stato superiore ed al quale vanno fatti i complimenti. Abbiamo provato a giocare ma non ci siamo riusciti. Talvolta può capitare una partita storta ed a noi lascia una sensazione spiacevole, anche perché c’era tanta gente e avremmo voluto regalare loro una soddisfazione. Ma siamo pronti per rialzarci».
Un turn-over così massiccio toglie energie mentali?
«Assolutamente no, perché nessuno si sente il Napoli-2: non lo pensa l’allenatore, non ci fa avvertire questa dimensione la società. Semmai è vero il contrario, perché qui ci sentiamo tutti partecipi del progetto. Ma è andata malissimo, su questo non ci sono dubbi: non era certo nelle nostre intenzioni».
Come si reagisce ad una sconfitta così netta?
«Ci si rimbocca le maniche, si studiano gli errori: rivedendo la partita, sì a caldo, a me sembra che abbiamo corso anche tanto, però male, sempre dietro la linea del pallone. Errori del genere non ne dobbiamo fare, ma ormai è andata e bisogna pensare al futuro: nell’immediato all’Udinese, in prospettiva alle altre gare che restano da giocare. Non siamo certo fuori dalla Europa League».
A caldo, la reazione del Napoli?
«La consapevolezza di essere stati battuti da una grande squadra mitiga un po’ l’analisi. Però una cosa vorrei sottolineare: l’atteggiamento generale non è stato di leggerezza, un 3-0 ha varie motivazioni. Noi siamo soliti parlare e lo facciamo sia quando vinciamo che quando usciamo sconfitti. Questo Napoli vuole mettersi in mostra, non prende sottogamba alcun impegno».
Tre reti e potevano essere di più, una sola palla-gol per voi.
«Il Psv non ci ha consentito di fare quello che sappiamo fare, che abbiamo fatto tante altre volte e che stavolta non è stato possibile. Siam partiti per fare risultato, ma in campo ci sono anche gli avversari che questa volta sono stati superiori. Bisogna sapere accettare il responso del campo. Avevamo in testa altre idee: per esempio, dovevamo attaccare e invece ci siamo trovati a sfidare un’antagonista che è stata bravissima nel gestire il pallone, nell’impedirci le nostre giocate».
Quanto ritiene complicato, Mesto, il cammino in Europa League?
«Abbiamo una vittoria e una sconfitta, come il Psv. Restano quattro gare, dunque le possibilità ci sono. Capisco lo sconforto della gente, che si sarebbe aspettato altro, ma noi siam convinti di poter far bene, vogliamo far bene. E’ nostra intenzione riprenderci in fretta, discutendo su tutto quello che non è andato in questa serata negativa. Ma siamo consapevoli del nostro valore. Chi va in campo ha intenzione di dimostrare di valere questo club. Per me resta una sconfitta, che non lascerà il segno: da domani avremo già la testa all’Udinese».
Psicologicamente, per la prossima a Dnipro, teme contraccolpi?
«Per niente, perché abbiamo la giusta esperienza per superare indenni un momento negativo che è passeggero. Fino ad oggi il Napoli è sempre riuscito ad offrire la parte migliore di sé e se in Olanda è finita così, vuol dire che ci sono stati anche meriti del Psv. Tanto di cappello».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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