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Mesto, calvario finito. Adesso si aspetta il rinnovo del contratto

NAPOLI – Come mai Benitez punta ancora su di lui? Ancor più di quanto l’abbia fatto Mazzarri, ai tempi di una Reggina ormai divenuta mitica per quella salvezza con handicap (meno 11 punti). Rafa punta talmente su di lui, e per giunta dopo un infortunio parecchio serio, che Giandomenico Mesto è diventato un “imprevisto” convincente. E’ diventato, se non imprescindibile, di sicuro quello su cui puoi sempre puntare in caso di necessità. Ma poi non solo in quello, poiché in alcuni casi è stato impiegato dallo spagnolo anche per scelta tecnica. Poi il malaugurato stop di cinque mesi e mezzo. E adesso, che sarà?

EXCURSUS

– Ebbene, l’uomo-ombra, ma pure uomo con la valigia (così ribattezzato ai tempi del Genoa, perché alla fine di ogni stagione veniva dato per partente) le sue conquiste le ha fatte a piccoli ma ben saldi passi. Dalle attenzioni del Napoli, al gradimento dei tifosi ed infine quello di Benitez. Ma uno così è poi tanto facile da reperire? E’ quello che si sarà chiesto il tecnico, ottenendo il via libera anche dal cuscino quando, nel ritiro di Dimaro, Mesto finì sotto la sua lente d’ingrandimento. Mostrando estrema professionalità, ma anche un modo di giocare che piace a Rafa. E poi, il presunto titolare di fascia (destra), ovvero Christian Maggio, a quei tempi figurava fra gli assenti giustificati dopo la parentesi in nazionale.

CALVARIO

– Don Rafé, con la sua vista telescopica, aveva perciò intuito che da quel pur ormai maturo terzino, serio, attento e faticatore, si poteva estrarre ancora metallo prezioso in buona quantità. Ma proprio sul più bello arrivò il calvario per il cavalier Mesto (per nomina del presidente della Repubblica). E che calvario: correva il 2 novembre scorso e durante un Napoli-Catania (2-1) quella maledetta torsione del ginocchio destro provocò seri danni. Lesione al legamento crociato anteriore e ricostruzione dello stesso a Villa Stuart da parte del professor Mariani, una sicurezza.

RINASCITA

– Infatti il soldato Giando è tornato a calcare l’erba abbastanza presto e, con enorme forza di volontà, ha superato tutti gli step previsti tornando utilizzabile come e più di prima. Una rinascita voluta fortissimamente e perfezionatasi proprio l’altro ieri con la Lazio. Otto minuti di sicuro indimenticabili, dopo quattro panchine e una tribuna dall’ok di uno staff medico che non l’ha perso un attimo di vista. Otto minuti per rivedere quella fascia destra (ma ha dimestichezza anche con quella opposta) su cui era partito da titolare per sette volte in campionato e una in Champions (Arsenal), per percorrerla già con una certa nonchalance, ma anche per godersi appieno la lunga ovazione che il San Paolo gli ha tributato. Insomma, una storia che ha vissuto momenti drammatici ma che ha in serbo il classico lieto fine. Perché poi c’è dell’altro. Lo stesso Benitez ha recentemente spinto affinché gli si rinnovasse il contratto, cosa che era già stata tratteggiata all’indomani dell’infortunio. Ma adesso la cosa è certa (come ha peraltro confermato a Radio Kiss Kiss il suo agente, Moreno Roggi) ed occorre solo formalizzarla, manca cioè (a momenti) solo la firma del presidente. Sin prisa, ma sicuro.

Fonte: Corriere dello Sport

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