Esce dallo spogliatoio con il cellulare in mano, lo guarda continuamente. E’ una di quelle notti in cui sei felice e vorresti tutti attorno a te. Familiari, amici, compagni. Dries Mertens è un pezzo d’Italia che continua ai Mondiali, sfila in zona mista, parla timidamente ma dice cose concrete pensando alla prossima sfida, a Higuain, e anche al suo Napoli. Avverte l’Argentina: «E’ forte e non hanno solo Messi, ma noi abbiamo una squadra» . Sarà la sfida al suo amico Gonzalo Higuain. «Gli manderò un messaggio. Per dirgli che tra cinque giorni ci incontreremo e vediamo chi vince. Noi non abbiamo paura» . Con l’argentino si sono scambiati molti messaggi in questi giorni mondiali. «Praticamente sempre. Anche con Gokhan (Inler, ndr), è uno di quelli con cui mi scambio più messaggi. Ho cercato di chiamarlo, lo farò uscendo da qui, posso immaginare quanto stia male dopo l’eliminazione».
SUL NAPOLI. Per Mertens, Italia vuol dire Napoli. Racconta di seguire il mercato degli azzurri: «Sento molte voci, ma intanto vorrei tanto che Reina restasse, è un giocatore di grande personalità, che dà sicurezza a tutta la squadra. Sarebbe un peccato se non trovasse l’accordo con il Napoli». Le reazioni, a caldo e sincere, di Mertens alle altre notizie di mercato, che gli vengono comunicate in zona mista, danno l’idea di cosa voglia. Dries, il Napoli è vicino a Michu, l’attaccante dello Swansea (Dries storce la bocca). Gonalons resta al Lione ( «ah» , si limita a dire il belga), ma l’alternativa sarebbe Sandro (e qui rialza la testa): «L’importante è che il Napoli prenda grandi giocatori, per fare l’ultimo salto definitivo» . Ma intanto ci sono questi Mondiali, che lanciano il Belgio dei giovani talenti. Quando i rossi sfidarono l’Argentina di Maradona nell’86, Mertens non era ancora nato. « Ma quella partita l’ho vista molte volte, anche se adesso è un altro Belgio». Hazard, Lukaku, De Bruyne, Origi. In un Paese piccolo come il Belgio l’impatto tecnico di una generazione di fenomeni è più forte rispetto ad altre nazioni. Dopo anni di anonimato, il Belgio ha cambiato rotta, seguendo l’esempio francese di Clairefontaine, che monitora tutti i ragazzi del Paese. Per anni non è uscito niente di buono, ora sono venuti fuori ragazzi di talento in ogni ruolo. Sono la rivelazione del Mondiale e non sembrano avere voglia di accontentarsi.
Fonte: Corriere dello Sport
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