Amore. Eppure quando si seppe del trasferimento, qualcuno dalle sue parti lo sconsigliò. «E’ vero non me ne parlavano bene, poi ho scoperto qualcosa di veramente bello – racconta Mertens – Il mare, il sole, i monumenti, la gente. Le pressioni? Ovunque è così, però non può essere un problema se si ha la giusta mentalità. Bisogna stare sempre molto concentrati, consapevoli dei nostri limiti e dei nostri punti di forza. Poi, se i tifosi vengono a chiederti una foto o un autografo, che male c’è?» . Lasciava il Psv per unirsi ad una squadra che non poteva garantirgli una maglia da titolare. Ma lui, dopo un periodo iniziale di difficoltà ha saputo imporsi e persino stupire. «Si è trattato di un esame importante per me venire a giocare in un campionato difficile e in una squadra così blasonata. Confesso che qualche timore l’ho avuto. Sapevo di rischiare di non giocare abbastanza. Al Psv ero sempre titolare, mentre ero consapevole che nel Napoli non avrei avuto il posto assicurato. Temevo di perdere la Nazionale belga se non avessi giocato con continuità. E di conseguenza non andare ai Mondiali. Invece è successo proprio il contrario. Questa è diventata la stagione della definitiva maturità professionale, ho arricchito le mie conoscenze in un calcio evoluto e difficile. Devo tantissimo innanzitutto al Napoli e poi a Rafa Benitez per gli attestati di stima che ho ricevuto e sto ricevendo di continuo» .
Obiettivi. Dopo gli elogi incassati in Brasile, ora pensa al futuro prossimo in maglia azzurra. Sa che l’ambiente coltiva ambizioni sempre più grandi e che non si accontenta della Coppa Italia e del terzo posto in classifica: «Lo so, tutti i tifosi del Napoli mi chiedono sempre due cose: vincere lo scudetto e battere la Juve con un mio gol. Per la seconda richiesta li ho già accontentati. Speriamo di riuscire a soddisfare anche l’altra. Ma abbiamo bisogno di tempo, di lavorare, di avere una squadra ancora più competitiva. Non si può fare tutto in un anno, soprattutto in un anno caratterizzato dal cambio di ben dieci giocatori in tutti i reparti, oltre al modo di giocare completamente diverso. C’è bisogno del tempo dovuto. Eppure, nonostante tutto, è stato un bell’anno con una Coppa Italia in bacheca senza considerare che sul nostro cammino abbiamo trovato squadre importanti, come la Roma, oltre alla Juve. La doppia sfida con i giallorossi è stata meravigliosa, elettrizzante. Certo, abbiamo chiuso il campionato con quel terzo posto che ora sembra un dettaglio, ma rappresenta un traguardo importante, visto l’andamento delle due formazioni che ci hanno preceduto» .
Retroscena. L’attaccante tuttopepe ammette di non avere rimpianti: «No, non ho grandi rimpianti. So che abbiamo regalato enormi soddisfazioni ai nostri tifosi che, spesso, sono usciti dallo stadio con il sorriso sulle labbra. Abbiamo tentato di appassionarli attraverso un bel gioco e siamo veramente fieri di quello che abbiamo fatto e di come l’abbiamo fatto. Non a caso, davanti a noi si sono piazzate soltanto quelle squadre che hanno stabilito ogni sorta di record nella loro storia calcistica» . Infine, rivela un retroscena: «Ho parlato con Vermaelen e gli ho spiegato che a Napoli si sta bene e c’è un grande progetto. Però mi ha risposto che per adesso è un calciatore dell’Arsenal e non intende spostarsi» .
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