ASPETTANDO INSIGNE. La sinistra barcolla, ma guarda un po’: per un anno e mezzo, Insigne o Mertens, Mertens o Insigne, il ballottaggio scontato d’ogni vigilia, quel valzer sulla fascia tra due brevilinei capaci di far male, ognuno a modo suo, con i propri scatti, i propri guizzi, l’inventiva. Stavolta non c’è Insigne e non c’è neanche Zuniga, che nel codice-Benitez avrebbe potuto adeguarsi in quel ruolo: largo a De Guzman, come ipotesi, che però preferisce starsene a destra; o anche a Mesto, che ama – per vocazione – la stessa corsia; oppure si cambia il modulo, l’ipotesi meno percorribile, ma neanche da scartare.
VOGLIA DI CALCIO. Il primo Mertens, quello che è sfilato via dall’ospedale, ha voglia di riprendere, di correre velocemente, di strappare l’erba del San Paolo: e per ora, però in teoria, vale ciò che Kris Van Crombrugge, il medico della nazionale belga, ha sussurrato a Benitez ed a De Nicola. «Ho parlato con il tecnico e con lo staff del club: penso che Dries possa ritornare in condizione per la partita della prossima settimana e dunque rimettersi a disposizione dell’allenatore. Lui è forte ed ha gran desiderio».
TUTTE LE SCELTE. L’influenza a Maggio (che ha dovuto saltare la Nazionale), ha aperto un altro varco a destra, in difesa, dove però le alternative non mancano: ci può andare Mesto, ci può (ri)provare Henrique, ci sono le alternative per non fasciarsi la testa, per preparare quella zona del campo in maniera adeguata, avendo Callejon davanti, ch’è una garanzia. Il problema resta altrove, sull’altro versante, in quella terra che difficilmente potrà essere consegnata a Ghoulam – carico di minutaggio con l’Algeria – e che potrebbe appartenere a Britos, in chiave difensiva: ma in attacco?
STATISTICHE. Il brogliaccio di questo trimestre sottolinea ciò che si sa: nessun altro, oltre a Insigne e Mertens, s’è mai industriato (sin dall’inizio), in quella terra ch’è non ha ulteriori padroni: dieci volte ha cominciato lo “scugnizzo”, sette volte è toccato al belga e, a gara in corso, tanto per non smentire che il calcio va affrontato concedendo agli uomini la possibilità di recitar se stessi e di non tradire la propria vocazione, l’avvicendamento più ricorrente, quasi sistematico, ha riguardato proprio loro.
E stavolta, che uno ha le stampelle e l’altro ancora non sa – non può sapere – cosa gli giri (seriamente) per la testa, il rebus si presenta di difficile soluzione… E dire qualcosa di sinistra, è un’impresa…
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