Napoli anticipa Halloween di una settimana e si traveste da Harvey Dent, ‘due facce’ nella Berna che per una notte diviene Gotham, e lo Young Boys paladino della giustizia di un Napoli che si sconfigge quasi da solo, annodandosi su se stesso contro l’organizzazione e la disciplina degli uomini di Forte, perchè nulla più hanno fatto gli svizzeri se non approfittare degli scivoloni, i soliti, degli azzurri, ma tanto basta, evidentemente, da agosto a questa parte per sbrigliare la matassa partenopea. E’ nel primo tempo che il Napoli mostra la faccia migliore di se, 10′ a studiarsi a vicenda per poi prendere il controllo del campo. Non c’è Koulibaly in difesa e per questo Albiol torna sul centro-sinistra, come nella passata stagione quando duettava in retroguardia con Fernandez. C’è De Guzman nei tre davanti, dietro la prima punta Duvan, che quasi fa sembrare il Napoli schierato con il 4-3-3, illusione dei primi minuti o semplicemente un modo differente di interpretare il ruolo di esterno a differenza di Mertens che appare sempre più in proposizione offensiva, la sensazione è quella di esser di fronte allo schieramento tattico della sfida interna con il Torino che aveva esaltato le qualità di Insigne tenendolo più alto, arretrando sistematicamente Callejon. E’ infatti Mertens l’uomo più pericoloso del Napoli, nonchè il più intraprendente. Gli azzurri fanno buona densità a centrocampo nel primo tempo facendo soffrire poco la coppia in mediana Inler-Jorginho, non eccelsa certo per qualità di interdizione. Il Napoli ha maggiore verticalità nella manovra e quando riesce a recuperare palla capovolge subito l’azione servendo gli esterni, Mertens e De Guzman che provano a sfruttare le sovrapposizioni di Ghoulam e Maggio, non è un caso infatti che le occasioni più pericolose del Napoli portino la firma del folletto belga, al 42′ con un tiro a giro su cui è bravo il portiere svizzero Mvogo ad intervenire, e dell’ex Swansea, al 20′, dopo un bel duetto con Maggio. Tanto lavoro sporco per Duvan, a lottare tra i due centrali di Forte, Von Berghen e Vilotic, fornendo spesso un’alternativa di gioco alla manovra azzurra; quando infatti il pressing svizzero sale d’intensità ed Henrique e Albiol non riescono a verticalizzare per i centrocampisti si rifugiano nel lancio lungo per il centravanti colombiano che è bravo a fare da sponda per gli esterni ed a far salire la squadra. Completamente avulso dal gioco appare Michu, il Napoli non va mai per vie centrali e lo spagnolo ex Swansea corre a vuoto per un’ora alla ricerca di una posizione che non troverà mai in questa gara. Poca roba lo Young Boys che riesce comunque a rendersi pericoloso con un centravanti molto spigoloso, Hoarau, che mette in mostra le lacune sul gioco aereo degli azzurri.Il Napoli non sfrutta al meglio la supremazia territoriale nel primo tempo mostrando il volto peggiore di se nella ripresa, con le ferite di inizio stagione ancora aperte. Il goal è una doccia fredda, al 52′, proprio di Hoarau che sfrutta l’ennessima disattenzione in fase difensiva degli azzurri che concedono il due contro due in area di rigore in situazione di squadra schierata, su un traversone dalla sinistra Kubo fa sponda per il centravanti francese che ha il tempo di addomesticare il pallone, aggiustarlo per la conclusione e mirare l’angolino basso di sinistra, su cui Rafael non può nulla. Il goal fa riapparire i fantasmi di Bilbao e Udine e della sfida interna contro il Chievo, la squadra si allunga lasciando troppa distanza tra i reparti con Inler e Jorginho preda dei mediani svizzeri, su tutti Sanogo che si rende spesso pericoloso con incursioni centrali. I cambi di Benitez non portano i risultati sperati, Hamsik rileva un anemico Michu, Callejon prende il posto di Jorginho arretrando De Guzman sulla linea dei centrocampisti, l’olandese verrà poi anch’egli sostituito da Higuaìn a 10 minuti dal termine. Nei minuti finali la squadra si schiera con un 4-1-4-1 spiccatamente offensivo alla disperata ricerca di un pareggio con Hamsik che si abbassa maggiormente per dare una mano ad Inler in impostazione. Il Napoli però non allarga quasi mai il gioco sulle fasce e si ostina a provare a sfondare per vie centrali dove però lo Young Boys fa grande densità compattando le linee. La squadra di Benitez non riesce praticamente a tirare in porta, fatta eccezione per un destro sporco di Callejon, l’unico a suggerire il passaggio ai compagni con movimenti senza palla (troverà anche il goal all’80’ annullato giustamente per off-side). Gli azzurri trovano il tempo di farsi segnare il secondo goal, Albiol lascia un corridoio centrale per il neo entrato Bertone che imbeccato da Steffen si trova a tu per tu con Rafael non fallendo l’occasione del raddoppio in pieno recupero. Continua la pioggia di segnali negativi, tattica a parte la squadra raramente mostra una reazione degna di nota quando subisce goal, unica eccezione la sfida interna contro il Torino, e la famosa ‘cazzimma’ resta decantata nelle parole in conferenza stampa a cui non susseguono i fatti, la squadra non incide e non cambia ritmo fatta eccezione per qualche giocata dei singoli. Oggi è stato Mertens a predicare nel deserto di idee azzurre fin quando ne ha avuta la forza.
A cura di Andrea Cardone
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