Dries Mertens ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera.
Acquistato per 9 milioni dal Psv Eindhoven, tra gol (5), assist (6) e giocate di classe, lei si sta rivelando uno degli affari piú riusciti della serie A.“All’inizio non è stato facile, soprattutto per la lingua. L’italiano lo capisco, ma lo parlo così così. Ecco perché preferisco ancora fare le interviste in inglese. Però studio. Tra qualche mese, chissà…”.
E calcisticamente nessun problema?
“Ero già abituato a giocare ad alto livello, però lo stile di Benitez è un po’ diverso e infatti nella prima parte di stagione ho giocato poco: in Olanda facevamo l’80 per cento di possesso palla, qui si verticalizza di più e più spesso. Mi piace molto”.
Ma si rischia molto, visto com’è andata l’ultima partita a Bologna.
“Che rabbia. Con l’uomo in più non si può fare 2-2 in quel modo”.
Questo fa la differenza tra una grande squadra e una buona.
“Ma noi siamo una grande squadra!”.
Però la Juve è lontana.
“La vera ragione è che siamo tutti nuovi e stiamo maturando insieme. Qualche errore in questa fase è fisiologico”.
Gioca sia a sinistra che al centro dietro Higuain. Lei dove preferisce?
“Mi piace giocare ovunque, ma al centro si toccano molti più palloni…”.
Però da sinistra si costruisce il “gol alla Mertens”: rientro al centro e tiro sul palo opposto. Come nasce questa magia?
“Allenamento. Come sulle punizioni. Un grande piede non basta se non lavori”.
Ha definito Napoli «una scelta del cuore». In che senso?
“Volevo cambiare: ho parlato con la società e con Benitez, ho ascoltato il progetto, ho colto l’entusiasmo dei tifosi e ho capito che possiamo diventare grandi insieme”.
Per i tifosi lei è già un idolo.
“Fantastici. E sa cosa mi ripetono sempre dal primo giorno? Fai un gol alla Juve!”.
A proposito di Juve. Lo scudetto a Napoli è ancora possibile?
“Arriviamo al nostro top e poi ne riparliamo. Per ora penso solo al Chievo”.
Smaltita la delusione Champions?
“Volevo piangere. Pazzesco uscire con 12 punti. Ma abbiamo battuto Arsenal e Dortmund: faremo bene in Europa League”
L’ultimo match a Bologna ha riproposto il problema razzismo. Che ne pensa?
“Non ci sono mezze misure: va bandito dagli stadi. Però, vi assicuro, non è un problema solo italiano”.
Da uomo concreto, percepisce lo spirito di Maradona nell’aria di Napoli?
“Ah quello certo! Ovunque vado ci sono sue foto. Incredibile”.
E che cosa pensa?
“Spero che fra 20 anni nei ristoranti insieme alla sua ci sia anche la mia foto”
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