Uffa: perché ormai era stanco di inseguire se stesso, di «elemosinare» un guizzo alle Mertens, quelli che lasciano il segno. E alla fine, proprio all’ultima interna del campionato, undici metri di morbidezza: tocco preciso, per eludere Mirante che c’era arrivato, e segnare, e lasciarsi alle spalle le paure. Uffa: perché era ormai un mese che doveva anche combattere con il timore (umanissimo) di entrare negli scontri, perché il 16 novembre e Belgio-Galles restava troppo vicino e tutto ciò che era accaduto aveva un po’ lasciato un inevitabile condizionamento, perché erano state giornate dure, quelle dopo la capocciata ed il ricovero in ospedale. «Ma ora sto bene, sono al cento per cento e sono qui per vincere».
SEMPRE LUI. Dal San Paolo (6 gennaio 2014: doppietta alla Sampdoria, per il 2-0), al San Paolo (giovedì scorso: rigore per contribuire al 2-0 sul Parma), Mertens apre e chiude e ora lascia che la parola – attraverso Kiss Kiss – passi a Doha, a questa finalissima che dà gusto ed emozioni, alla voglia matta di provarci e di riuscirci. «La Juventus è forte, ma anche noi lo siamo. E’ una partita importante per tutti, per noi e per i nostri tifosi, e ci proviamo. E’ una Supercoppa che vuole il Napoli, che vuole la città. Io non avverto alcun problema, la squadra è in salute e darà il massimo, l’impegno non mancherà in nessuno di noi».
RE DI NOTTE. Dategli una coppa, si rivolterà da solo l’umore: perché il Mertens seconda edizione, non riuscendoci in campionato, s’è scatenato in Europa League, prendendosi il pallone e portandoselo a spasso, segnando (eccome) contro lo Sparta Praga (una doppietta), spalancando le porte al 3-0 sullo Slovan Bratislava, facendo ciò che ha dimostrato di saper fare l’anno scorso, quando s’è alzato dalla panchina ed ha cominciato a tirar ceffoni. «Arriviamo a questa partita con la condizione giusta e rinfrancati dalla vittoria sul Parma. Sappiamo che stavolta sarà più difficile, perché ci aspettano in campioni d’Italia e la capolista in campionato; ma noi ci sentiamo in grado di affrontarli, ci sentiamo competitivi».
IL PODIO. Doha è il calcio che non t’aspetti, una dimensione quasi favolistica nella quale disperdersi («bel centro, ci si allena bene»), campi nei quali lasciarsi andare, tenendo però sotto controllo la fantasia e quel terzo posto in campionato che sarebbe estasi, perché permetterebbe di credere nella Champions. «Non è il momento delle parole, bisogna lasciar perdere le chiacchiere e limitarsi ai fatti. L’appuntamento, adesso, è con la Juventus, per una gara a cui nessuno vuole rinunciare, né noi e né loro; al campionato penseremo quando è il momento, ma la partita con il Parma è servita per conquistare tre punti e ricreare l’atmosfera giusta».
«IO STO QUA». Si gioca ed è inutile smarrirsi nella perfidia d’un pronostico: è Juventus-Napoli e ce n’è per chiunque, per chi ha valori certificati e per chi vuole capovolgerli, rimescolando le gerarchie e regalando un’avventura. «A Doha abbiamo l’occasione per portare a Napoli un altro trofeo, dopo la Coppa Italia di Roma sulla Fiorentina. Penso sarebbe molto bello per ognuno di noi, riuscire in quest’impresa. Le sfide dirette si possono decidere anche con un dettaglio, c’è grande incertezza. Ma se la Juventus è forte, anche noi pensiamo di esserlo».
Fonte: Corriere dello Sport
