Dries Mertens ha vinto una sua personalissima partita, domenica sera: quella di diventare il giocatore più “discusso” nella comunità del cinguettio su Twitter. Ha vinto lui, per distacco: frutto dello scintillante primo tempo contro la Russia, ma merito indubbio dei tifosi napoletani che lo hanno twittato con grande passione e quantità: «Loro sono sempre fantastici – ha sorriso l’attaccante belga dopo la partita – Anche nella prima gara contro l’Algeria mi hanno mandato un sacco di complimenti. Ho visto foto delle feste che mi hanno fatto a Napoli. Sì, sono tifosi incredibili» . Che non lo abbandonano con il loro affetto neppure ora che sta qui in Brasile a stupire con questo Belgio dei “talentini” già qualificato agli ottavi: «Una grande impresa. E’ stato molto importante, per noi, avere vinto perché la Russia è un’ottima squadra e questo successo fa aumentare la fiducia nel gruppo» . Un gruppo giovane, ma di grande prospettiva. Il ct Mark Wilmots si è dato un progetto quadriennale per cercare di migliorare il record dei Mondiali del 1986. E visto che allora i “Diavoli rossi” si piazzarono quarti, l’obiettivo è facile facile: arrivare almeno in finale. Wilmots, dicevamo, ragiona di prospettiva, ma c’è già chi ha cominciato a quotare anche il Belgio in un Mondiale che sta regalando parecchie sorprese e che ribalta le gerarchie consolidate. Anche Mertens, comunque, preferisce procedere a piccoli passi, anche se quelli dialettici sono meno rapidi e imprevedibili rispetto a quelli con cui fa girare la testa ai difensori sul campo: «Adesso pensiamo agli ottavi, perché più si va avanti e più aumentano le difficoltà. Certo, arrivare in finale sarebbe un sogno incredibile» . E magari sfidare uno tra Higuain o Insigne, con la Coppa che resterebbe comunque, idealmente, a Napoli: «Non saprei chi sarebbe meglio sfidare tra i due – sorride – quel che conta è che dall’altra parte ci sia io con il Belgio. Ma è inutile parlarne adesso, davvero: ci sono altre tre difficilissime partite, prima…» .
Staffetta dei piccoli. La partita contro la Russia ha messo in mostra una curiosa, quanto interessante, staffetta del Belgio: quella tra Martens e Eden Hazard. L’attaccante del Napoli ha sfiancato la Russia nella prima mezz’ora, quello del Chelsea è invece uscito alla distanza e ha sfruttato l’apnea fisica che aveva annebbiato la Russia. Hazard sostiene che «la squadra ha giocato bene giusto gli ultimi dieci minuti» , guarda caso quelli in cui lui ha fatto la differenza con due dribbling e l’assist per il gol. Ingeneroso, forse, nei confronti del collega Mertens, ma potrebbe non essere un caso la differenza di rendimento tra i due nell’arco della gara. Perché Wilmots, un tecnico da seguire con attenzione, dà davvero l’idea di non lasciare niente al caso: «Dite che Hazard ha giocato solo gli ultimi minuti? Tutti sanno le qualità che possiede nel dribbling, ma a me interessa che impari anche a essere utile tatticamente per la squadra: una sola volta ha perso il suo avversario di riferimento e c’è stata una grossa occasione per la Russia…» . E quando gli avversari sono calati, il ragazzo ha colpito: «I nuovi ingressi ci hanno dato freschezza e la Russia, invece, è calata. Quanto a me, quando sono in forma come adesso so di poter fare la differenza, come spesso mi capita, alla fine della partita saltando l’uomo» .
Fonte: Corriere dello Sport
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