Andamento lento. Un banale errore di Vertonghen, laterale sinistro del Tottenham, provoca il rigore del vantaggio algerino, firmato dal “valenciano” Feghouli dopo 25’ di gioco in cui il Belgio è sembrato un motore diesel e per di più con gli iniettori incrostati. Lenta, fiacca e prevedibile la manovra dei rossi. Dall’altra parte, invece, un’Algeria pimpante e reattiva. Pur con tutti i suoi risaputi limiti offensivi in cui è palese l’assenza di una vera punta. A esagerare il concetto, le cosiddette “volpi del deserto” hanno giocato con uno schema che talvolta si trasformava in un ultra-coperto 6-4-0 a difendere il vantaggio acquisito. Ma non avevano fatto i conti con il risveglio dei rivali.
Halilhodzic accusa. «Abbiamo patito la pressione dell’esordio in Coppa del Mondo – ha detto Fellaini, che è figlio di marocchini, parla arabo ed è musulmano come i rivali di giornata – poi ci siamo sbloccati» . Il ct biancoverde Halilhodzic, invece, ha accusato tutti: «Il gol del pari è stata un’ingenuità della nostra difesa mentre il 2-1 del Belgio è viziato da un fallo a centrocampo (che peraltro ha visto solo lui, ndr) . Del resto lo sapevo: noi non siamo il Brasile né lo stesso Belgio. A parti invertite l’arbitro avrebbe fermato il gioco e concesso la punizione… » .
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