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Mertens c’è. Ora tocca a Benitez decidere come utilizzarlo

Il belga convocto per la sfida di Marassi

La certezza. Ma pure il dubbio. E allora meglio i fatti, subito. Separati dalle riflessioni. Mertens c’è. Anzi, ci sarà. Convocato per Genova, disponibile. E’ arrivato l’ok definitivo di tutti. Del medico, per cominciare. E quello era decisivo. Poi del campo. E la convinzione è la stessa. Condivisa, attesa e ormai, da un po’, pure annunciata: Dries Mertens è guarito. Ha smaltito la botta alla testa e ogni effetto collaterale. Quei disturbi noiosi. Le vertigini, il senso di stordimento, la perdita di equilibrio. Scocciature che mettevano il malumore. Fastidi scemati nei giorni passati e che però dovevano sparire completamente. Così è stato.

Provino. Ieri primo allenamento con la squadra. Scatti, allunghi, dribbling e l’intensità di una partitella in famiglia. Coi ritmi di Castelvolturno. E soprattutto con le precauzioni e le attenzioni dovute per un compagno reduce da infortunio serio. Niente contrasti veri, nessun contatto duro. Una simulazione parziale. Col provino rimandato a stamattina. L’ultimo vero per capire com’è che sta Mertens. Per valutare la condizione atletica. Il ritmo partita. La sicurezza dei movimenti. La sfrontatezza nell’uno contro uno. Il coraggio di chi ritrova il campo dopo due settimane di stop. E spinge, forza, accelera. Va, sempre. Si testa. Pure per cancellare il ricordo.

CONVOCABILE. Una certezza c’è, comunque. Ed è chiara, forte, la più importante: Mertens sta clinicamente bene. E’ disponibile. E’ convocabile. Pure se poi deciderà Benitez: se e quanto farlo giocare. Il dubbio è una riflessione approfondita. E’ la necessità di valutare ogni aspetto: e non solo di carattere tattico e tecnico. Fosse solo quello, Mertens sarebbe indiscutibilmente titolare.

ALTERNATIVE. A sinistra c’è un buco che sembra una voragine. Senza Insigne e Zuniga c’è il vuoto. Hamsik s’è sacrificato. Ma la sua fascia è solo quella al braccio. Ghoulam alto l’unica altra soluzione. Più di Callejon spostato e De Guzman allargato e arrangiato. Mertens insomma: la salvezza. Ma se sta bene. Se è pronto per giocare dall’inizio. L’incertezza è d’obbligo. Per cautela e prudenza. E pure perché bisogna capire quanti minuti ha nelle gambe. Gestirne stress, sforzi e fatica.

DECIDE RAFA. «Si è allenato col resto della squadra. Ha svolto tutto il lavoro: ha evitato soltanto i contrasti. E’ sicuramente disponibile. Prima di decidere però se è in grado di giocare dall’inizio, voglio parlare con lui…». La scelta di Benitez è allora anche confronto. E’ voglia di capirne di più. E’ un appuntamento guardando il giocatore negli occhi, valutandone la tranquillità, cercando in lui la serenità fondamentale quando hai preso una botta così e sei svenuto. La grande paura. La voglia non basta, non può bastare. E neanche l’emergenza nel ruolo. Ce ne sarebbe, e di entrambe, in abbondanza. Benitez va cauto. Aspetta. Soprattutto guarda, monitora, osserva. Oggi un altro allenamento, la rifinitura. E domani, fino a sera, tutto il tempo per prendere la decisione migliore. La più giusta. Quella medica è già arrivata. Ed è la certezza: Mertens è disponibile. Poi ci sono i dubbi. E quelli sono sempre e solo dell’allenatore. «Subito in campo o a partita in corso?». A vederlo a Castelvolturno, la tentazione è forte. Come Mertens…
Fonte: Corriere dello Sport

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