E’ stata decisiva la cena sul lungomare dello scorso 6 Gennaio, dopo la vittoria per 4-1 contro la Roma. De Laurentiis, Mazzarri e Bigon hanno trovato in quella sede un compromesso di spessore più alto rispetto ai tanti da “separati in casa” raggiunti in passato. Il mercato di Gennaio è stato compiuto secondo le indicazioni del tecnico. Dei quattro acquisti compiuti, solo Radosevic risponde alla volontà della società di realizzare investimenti per il futuro, valorizzando l’operato del proprio reparto scouting. Armero, Calaiò e Rolando rappresentano le indicazioni espresse da Mazzarri; Bigon ed i suoi collaboratori avrebbero puntato su Bastos, Bobadilla e Benatia. Le cessioni di Fernandez, Vargas e Bruno Uvini in prestito chiariscono ancora di più la volontà di aver seguito i criteri dell’allenatore nelle scelte di mercato. “Meglio mandarli a giocare visto il poco spazio concesso dall’allenatore”, è questa la logica che ha guidato la dirigenza del Napoli. Dopo tanti acquisti compiuti scontrandosi con il consueto ricorso di Mazzarri ai quattordici titolarissimi, è stata una scelta oculata affidarsi al volere dell’allenatore.
LA STORIA SI SCRIVE CON I RETROSCENA- I retroscena del mercato non vanno sottovalutati. Quelle verità magari sapute a metà nei giorni caldi prendono forma nella sostanza ed aiutano poi a disegnare i contorni della storia. E’ stata una campagna acquisti molto significativa, importante nell’ottica del presente e del futuro del Napoli. La variabilità del termometro dei sentimenti coinvolge prima la stampa e poi i tifosi, molto spesso più maturi di tante persone che dovrebbero avere l’equilibrio e la misura per raccontare ciò che succede. Non c’è stato nessun cambiamento nella posizione di Mazzarri sulla panchina del Napoli. La verità è che Mazzarri è in attesa, studia l’evolversi delle panchine della Serie A, guarda con particolare interesse alla situazione di Roma ed Inter, piazze in cui potrebbe gradire il progetto di ricostruzione dopo gli eventuali fallimenti. A fine stagione Mazzarri valuterà le proposte pervenutegli, compresa quella del Napoli, e annuncerà la sua volontà. Le priorità del tecnico in questo momento sono altre: il sogno scudetto e la rincorsa alla Juve, la tensione da mantenere alta, i viaggi dei Nazionali e la gestione degli impegni di Europa League che spezzeranno la routine dell’unico appuntamento settimanale. Nell’ultimo mese e mezzo in casa Napoli è funzionato tutto alla perfezione, gli azzurri, insieme al Milan, hanno il miglior rendimento in Serie A nel 2013: 13 punti.
Consapevoli degli errori commessi in passato, i protagonisti del Calcio Napoli hanno prodotto un compromesso di spessore un po’ più alto rispetto al passato. Armero, non voluto in estate quando si era folgorati dalle prestazioni di Dossena a Dimaro, rappresenta l’alternativa in più sulla corsia sinistra, un giocatore che si sta inserendo gradualmente negli equilibri del gioco del Napoli. Il colombiano è stato chiamato in causa a gara in corso contro Parma e Catania ed ha sfornato delle ottime prestazioni. Sabato sera è stato vicino alla sua prima presenza da titolare ma Mazzarri gli ha preferito Grava soprattutto per una questione tattica; servivano contro Gomez e Barrientos degli esterni con caratteristiche soprattutto difensive come Grava e Zuniga che ha raggiunto grandi livelli d’intelligenza tattica. L’ex friulano predilige la fase di spinta e contro il Catania la chiave tattica della gara era limitare i due pericolosi esterni offensivi della squadra di Maran. Mazzarri l’ha fatto chiedendo la difesa a 4 in fase passiva, con Zuniga che si sganciava soprattutto quando gli azzurri riconquistavano il pallone. Questa disposizione tattica aveva dato i suoi frutti anche contro il tridente della Roma. Rolando è il difensore d’esperienza che Mazzarri aveva sempre sognato; nella sua nota lista estiva c’era Ivanovic.
Bigon avrebbe preferito Benatia per introdurre un tassello che la partenza di Campagnaro a parametro zero lascerà vuoto. Nel ruolo di difensore di passo rapido per l’immediato si è ritrovato Gianluca Grava, autore di una splendida gara contro il Catania. In attacco Calaiò è un profilo individuato da Mazzarri come rincalzo che accetta la panchina, conosce già l’ambiente ed è amico di figure storiche dello spogliatoio azzurro come Cannavaro e Grava. Il reparto scouting e Bigon avevano individuato Bobadilla, vicecapocannoniere dell’Europa League come vice-Cavani, ma Mazzarri ha scelto Calaiò così come Armero, nonostante la società avesse già trovato un accordo per Bastos. Stavolta il compromesso sul mercato ha avuto un leader: Walter Mazzarri, che come sempre si è assunto anche le sue responsabilità. La società ha regalato a Mazzarri i rinforzi da lui richiesti, tranne il centrocampista già pronto.
De Laurentiis ha posto un veto: o ci si libera dell’ingaggio di Donadel o si continua a puntare su di lui e si acquista un giovane. Queste considerazioni hanno dato il via libera all’acquisto di Radosevic, centrocampista proveniente dall’Hajduk Spalato costato 3,1 milioni di euro. C’è un giallo, però, sul croato; Mazzarri l’ha definito un investimento della società, da più parti si rivela che sarà aggregato alla Primavera, nonostante giocasse titolare nell’Hajduk Spalato ed abbia accumulato anche qualche presenza in Nazionale maggiore. Saurini, però, dopo Napoli-Pescara del campionato Primavera, si è espresso così: “Radosevic? So che è stato preso per la prima squadra. Non ho parlato con Mazzarri, ma solo con il direttore; penso che si tratta di un ottimo acquisto in prospettiva prima squadra. Se poi dovrà fare qualche partita con noi, tanto meglio. Alla Viareggio Cup con la Primavera? Non so qual è il programma, ne parleremo con la società. L’ho visto a Castelvolturno, so che adesso è con la sua Nazionale. Comunque si tratta di un investimento importante, è costato 3 milioni di euro; io l’ho visto con la sua Nazionale e con l’Hajduk Spalato contro l’Inter. Radosevic è un giocatore che si è messo in grossissima evidenza”
La parte finale del calciomercato è stata concentrata sui progetti per il futuro: prima il tentativo per El Shaarawy, poi l’assalto ad Icardi, talento argentino che il Napoli decise di non acquistare quando fu proposto dai suoi agenti prima di approdare alla Sampdoria.
LA VERGOGNA SAN PAOLO- Ho visto scene di ogni tipo al San Paolo in questi anni: ascensori non funzionanti, i bagni della Tribuna d’Onore in condizioni pessime, ma sabato sera si è ripresentato il problema dell’allagamento della tribuna stampa, evento che si ripete ogni volta che la pioggia con particolare intensità cade su Fuorigrotta. Tutti i giornalisti presenti hanno dovuto chiudere i computer per evitare danni, molti hanno anche preferito vedere la partita in tv all’ingresso della tribuna stampa. Mentre lavoravamo sotto l’acqua, mi è sopraggiunta un’idea: se fosse avvenuto ad una gara di Champions a quanto sarebbe ammontato il danno d’immagine? Ci sia dia una mossa senza gelosie e chiusure nei propri interessi; tutti i protagonisti, dall’amministrazione comunale alla Ssc Napoli, devono risolvere al più presto il problema San Paolo. C’è anche la questione del terreno di gioco, sabato sera in condizioni migliori ma è evidente che le rizollature attenuano solo i danni ma non risolvono in profondità il problema. Urge una manutenzione costante, altrimenti certi disastri si ripresenteranno.
Ciro Troise
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