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Mercato, Benitez detta le priorità per i tre reparti

Quel che manca è scritto sul bagnasciuga: perché mentre il mercato entra nella sua fase decisiva, Benitez ha scelto. Il mercato è un’onda lunga da affrontare lateralmente, guardando soprattutto a sinistra: e allora, mentre si cerca un difensore ed un attaccante, meglio cautelarsi, studiare il vento, capire quello che potrà (potrebbe) accadere per Zuniga e intanto studiare le contromisure.
Il Napoli è (quasi) fatto ma per completarlo è stato abbozzato un profilo degli innesti: il centrale difensivo di autorevolezza e il centravanti che sappia stare buono al fianco di Higuain e lievemente defilato. Non c’è fretta ma la calma non è piatta e quando ormai comincia ad intravedersi il Big Ben in vicinanza e il rintocco della campana che chiude il mercato si profila come un’eco, ciò che serve è stato individuato però le trattative hanno le loro variabili impazzite. Le idee sono chiare, sui ruoli più che sui nomi, poi bisogna industriarsi, trovare le soluzioni (anche) economiche: Skrtel è sempre stato in cima ai pensieri del tecnico e non avesse uno stipendio sontuoso, magari avrebbe già riempito la valigia. La prima scelta rimane lui e però in casi del genere non bastano le volontà: bisogna sedersi al tavolo con il Liverpool, capire se c’è anche in questo caso (come per Reina) la possibilità di ricevere una partecipazione nel pagamento di quelle mensilità. L’anti-Juve vuole dotarsi di uomini che hanno la capacità di lottare ad alti vertici: Skrtel viene ritenuto con idoneo al progetto, l’innesto ulteriore per dare fisicità ad un settore nel quale già emergono Albiol e Cannavaro, Britos e Gamberini, e dal quale uscirà Fernandez, attratto dalla Russia, dalla Germania e da qualche club italiano. Poi si procederà con l’attaccante, avendo cura di verificare le evoluzioni di questo mese scarso nel quale può ancora succedere di tutto. Ma la corsa del Napoli per lo scudetto è cominciata: meno tre uomini per sentirsi abile a sognare.

DIFESA – Ci vuole sempre un fisico bestiale: misure extralarge, per competere a qualsiasi livello, Champions compresa. Ci vogliono corazzieri, uomini di stazza e d’esperienza che tante ne hanno viste e altrettante ne vedranno: ci vuole, ad esempio, Martin Skrtel (29 a dicembre), a modo suo un Benitez-boys, sei anni al Liverpool (tre dei quali con Rafa) e dunque una conoscenza diretta dei metodi di allenamento, del sistema di gioco, d’una corrente di pensiero con la quale ha avuto modo di convivere. L’usato sicuro è una priorità indiscutibile, una scelta di campo per accorciare sensibilmente il processo di apprendimento altrui e per non dover disperdere ulteriore tempo con chi invece arriva: l’età non costituisce un ostacolo, ma l’ingaggio da quattro milioni di euro netti a stagione somiglia a una parete da scalare con le mani nude.

Il mercato offre soluzioni e non c’è grado di difficoltà che non possa essere ridimensionato: al Liverpool c’è la percezione che lo slovacco voglia andarsene, raggiungendo il proprio capitano Hamsik, però prima di mollare si oppone resistenza. Nell’elenco c’è dell’altro: c’è sempre, tanto per gradire, Adil Rami, (28 a dicembre) ch’è stato vicinissimo al Napoli e che ora ricompare come in quei vortici dai quali si riemerge; tenerlo presente varrà la pena, sino a prova contraria offerta da Skrtel. Resta l’attenzione sul giovanissimo Thiago Ilori (20), ha poche chanches Astori (27 a gennaio) mentre intorno a Cannavaro monta l’insoddisfazione del manager del capitano: «Paolo fa sempre la sua parte e non vorrebbe essere trattato diversamente dagli altri. Ho la sensazione che forse lo si voglia portare in scadenza, come con Campagnaro».

CENTROCAMPO – Completo: perché c’è Behrami che corre per due, c’è Inler che ha palleggio, c’è Dzemaili che ha palleggio ed ha stupito Benitez e c’è Gargano che corre pure per tre. E allora: inutile distrarsi su altre operazioni, semmai val la pena di ricostruire intorno a “el mota” un ambiente a lui congeniale. Investire, certo, ma innanzitutto altrove: in mezzo al campo il materiale abbonda, al tecnico non dispiace e se proprio bisogna essere prudenti, magari per crearsi una nuova alternativa, può anche essere confermato il giovane Radosevic per farlo crescere all’interno di un sistema di gioco.

La missione, in questo momento, è «politica»: Walter Gargano è uomo di fatica e di sacrificio, un carattere niente facile (vero) ma anche una personalità assai spiccata; e poi si concede con dedizione, non si perde in chiacchiere, va a fare il pressing fino al novantacinquesimo, ha resistenza e conosce perfettamente il Napoli. Il quarto – non gerarchicamente – c’è già, perché andarlo a cercare altrove? Poi,volendo, anche Hamsik sa stare davanti alla difesa. Eccola la strategia attuale, che non indica dispendio di energia (economica) su un settore che ha una serie di calciatori già ben introdotti nei meccanisimi: altrimenti, poi, bisognerebbe educarne altri. E dirottare un po’ di capitali destinati a difesa e ad attacco su quella fascia di campo che si ritiene coperta. Sono giorni duri, di allenamenti serali (ieri alle 19, oggi una doppia seduta con la seconda prevista per le ore 20) però anche di colloqui: Gargano ha qualche ammiratore all’estero – il Benfica, ma guarda un po’, che domani sarà al San Paolo – e però anche a Castelvolturno gode di stima considerevole.

ATTACCO – E’ un balletto quotidiano, che va dall’Italia all’Estero: è un giro di valzer (sulle punte, ovviamente) che coinvolge prime firme del football internazionale e stelline nascenti sulle quali puntare ad occhi chiusi. E’ il mercato e ciò che vale oggi va cancellato stasera, però gli spifferi sono notizie e persino i pensieri. Il Napoli si guarda intorno, ha un elenco lungo, spera sempre di poter arrivare a Osvaldo (28 a gennaio), che ha un suo peso specifico, o a Gilardino (31 appena compiuti): ma intanto sonda, osserva, spedisce sms a Cellino per scoprire se ci sono margini su Ibarbo (23) e poi resta in Colombia dove è cresciuto Zapata (22) dell’Estudiantes. E’ un universo bizzarro, è un mondo da attraversare con leggerezza ed è una giostra infernale: però, la precedenza, al pari del difensore, ce l’ha l’attaccante, colui il quale dovrà starsene buono alle spalle di Higuain, sapendo di essere alternativo.

Osvaldo è assai alla pari e dunque rappresenta una oggettiva difficoltà e lo status di Gilardino è rassicurante ma va capito quanto sia possibile convincerlo ad essere un «secondo»: però restano entrambi nell’elenco, con il loro carico di personalità e soprattutto di gol in carriera. Altrimenti c’è anche Abel Hernandez (23) del Palermo, è un altro uomo in prospettiva: però costa, in prima fila c’è la Roma e ha un valore ritenuto rilevante. Più o meno quanto Ibarbo, che ha dalla sua la poliedricità, la capacità di poter essere prima punta o anche esterno. La soluzione più «fresca», quella per Zapata, ha per il momento ha un valore perlustrativo: perché bisogna avere in mano una serie di opzioni, tra le quali scegliere, e magari l’ultima idea può essere la prima.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

G.D.S.

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