E’ intervenuto ai microfoni di Radio CRC, nel corso della trasmissione “Un Calcio Alla Radio”, il commercialista Antonio Medici protagonista dello spiacevole episodio prima di Napoli-Arsenal:
“Come spesso faccio, sono andato a vedere Napoli-Arsenal con mia figlia di 16 anni e avendo avuto un tumore porto le stampelle in quanto disabile. Al secondo controllo, l’hostess mi ha detto che non potevo entrare con le stampelle e ciò l’ho percepito come un’offesa poiché non sono un accessorio ma hanno creato le condizioni per la mia insicurezza. Mentre andavo via sono stato invitato ad entrare per vedere la partita ma è accaduto il paradosso: mi hanno tolto le stampelle tant’è che alla fine della partita non sapevo dove andarle a recuperare. La risposta del Napoli mi lascia sconcertato perché il regolamento non dice che sono vietate le stampelle. Il regolamento fornisce agli steward la facoltà di capire se le stampelle possano essere usate impropriamente. Ora, io senza stampelle non cammino e non avrei fatto del male a nessuno. Sulla questione del settore disabili c’è un altro problema perché tutti gli stadi sono organizzati in modo tale da non rinchiudere persone con un certo status. Quei settori sono destinati a persone con scarsa mobilità; io riesco a salire le scale e non vedo perché debba sottrarre il posto ad un altro che non si può muovere. Aggiungo un’altra cosa: ma se le stampelle sono pericolose non lo sono anche nel settore disabile? Non riesco a capire la motivazione del calcio Napoli che forse, nasconde una concezione nazista del disabilità e della società perché siccome sono disabile devo andare in un settore a parte pur non essendo per me necessario farlo perché riesco a salire le scale e a sedermi sul seggiolino dei distinti”.
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