Vista da sinistra, è una crisetta di bassa lega, un diffuso e ingiustificato senso d’ansia che andrebbe rimosso ricordando l’ultima vittoria (in Coppa Italia), 2-0 all’Inter, appena sedici giorni fa. E però, visto da destra, è un allarme che sta suonando a ripetizione: due pareggi nelle ultime quattro partite, la finale di Coppa Italia rimasta ad altissimo rischio sino all’86’ minuto e un successo in campionato che tarda, sulla ruota di Napoli, dal 9 gennaio. Visto da vicino, non c’è verso di restarne abbagliati, come pure è accaduto a Manchester e con il Manchester e con il Milan (all’andata), come è capitato a San Siro, in casa dell’Inter o proprio a Palermo: ma intanto, al netto della sfortuna, l’anemometro s’è placato, non avendo da registrare folate impetuose (imperiose), il marchio di fabbrica d’una squadra capace di stupire sempre, sino al triplice fischio usato per cavalcare la felicità d’una gioia afferrata di slancio.
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