E ora si fa sul serio: neanche un attimo (più) di sosta, neanche un secondo per rifiatare, chi ha la Champions gioca ogni tre-quattro giorni e chi non ce l’ha può permettersi di lavorare (duramente) nel corso di una settimana tipo. E ora che si fa sul serio, è vietato vietarsi ma è anche vietato sbagliare: perché a nove domeniche dal termine, con la Champions (e quel che resta dello scudetto) che chiama, ogni mossa va valutata con attenzione maniacale e ogni ballottaggio va valutato al microscopio, perché da Torino-Napoli in poi c’è in palio il futuro. Il gioco delle coppie comincia (teoricamente) oggi, ma sino a sabato c’è tempo.
BRITOS O GAMBERINI – Il rientro dell’uruguayano (fuori dalla fine del primo tempo del match con la Juventus, poi operato alla mandibola) conduce dritto al ballottaggio a sinistra: il sudamericano è mancino naturale e Gamberini, però, compresa qualche pausa, ha sbrigato l’emergenza con sufficienza. In porta De Sanctis, Campagnaro farà il centro-destra e Cannavaro sarà ovviamente il leader attraverso il quale ricominciare: può avere un peso, nella scelta, la disposizione del Torino, che da quella parte potrebbe mandare Cerci. E quindi, in questo caso, Gamberini ha qualche chanches in più. Ma se Britos ha rimosso ogni preoccupazione di carattere psicologico, la maglietta da titolare potrebbe tornare a cadere sulle sue (assai solide) spalle.
INLER O DZEMAILI – In mezzo, ci sono maggiori incertezze: una corsia dovrebbe essere di Maggio – che in Nazionale sembra rinato – e l’altra sarebbe quasi sicuramente di Zuniga, che però sente il fiato sul collo di Armero – pure lui rigenerato negli impegni internazionali e in netta evoluzione, come dimostrato con l’Atalanta. La scelta più faticosa è per la cabina di regia: l’ultimo Inler è apparso appesantito mentalmente, andrà verificata la sua sua tenuta al rientro dal tour con la Svizzera. Behrami è un intoccabile ed al suo fianco, al momento, le percentuali sono equamente divise tra gli altri due svizzeri. Dzemaili è un ex e questo potrebbe costituire un piccolissimo vantaggio, perché le motivazioni hanno un peso in certe scelte.
PANDEV O INSIGNE – E’ tornato Goran: segna (reti da tre punti) dopo cinque mesi e poi aiuta, eccome, fungendo da sponda o da spalla o da catalizzatore. La sfida contro l’Atalanta ha riconsegnato a Mazzarri il top player in tutta la sua effervescenza, ma prima di lanciare le casacche al vento e definire il tridente delle meraviglie, ci saranno riflessioni ad oltranza: Insigne, sempre nell’ultima interna, s’è intrufolato nel match con autorevolezza, ha contribuito a cambiarlo, ha finito per essere decisivo nell’azione a due con Armero ch’è valsa il tap in di Pandev. L’Under 21 ha mostrato che la vena dello scugnizzo continua ad essere prolifica e che c’è un ragazzino sul quale può valere la pena di insistere. Pandev, però, sembra partire in pole: tutto merito della carriera, della esperienza, della capacità di poter incidere. E comunque, in questa circostanza, va messo in preventivo la staffetta.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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