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CDS- Mazzarri per altre due stagioni, è vicina la firma sul biennale

De Laurentiis lo accontenterà sugli acquisti

Arrivederci a presto: al giorno in cui le (ultime, residue) ombre saranno rimosse e la cautela potrà essere scacciata via. Arrivederci a prestissimo: al momento topico, quello nel quale (inevitabilmente) si stapperà lo spumante, prima d’immergersi nella Champions League. Del domani non v’è certezza, ma quando l’aritmetica diventerà un’opinione autorevole – leggere certezza – e sul passaporto si potrà apporre il timbro, la verità emergerà chiarissima e in tempi anche assai rapidi. Il contratto per ora ora è un contatto, una solenne promessa a rivedersi più in là: però tra le pieghe di quell’attesa, i segnali si sono sprecati e le parole hanno avuto un peso specifico indiscutibile.

DECIDE LUI – Mazzarri sì, Mazzarri no: per ora Mazzarri è in quel «ni» solido, concreto, inattaccabile, in quella difesa ad oltranza di se stesso e delle proprie meditazioni, nelle quali però sembra non ci più posto (più) per «l’anno sabbatico», una tentazione maturata nell’ottobre scorso, poi via via evaporata sino a sparire nel desiderio di rimettersi comunque in gioco, di analizzarsi dentro, di scorgere nuove motivazioni, di capirsi.
L’IPOTESI – La parola a Mazzarri, alla sua prolungata pausa di riflessione, a quell’analisi a trecentosessanta gradi sui pro (restare nel club con il quale si è imposto ad alti livelli e nel quale c’è il suo solco tecnico-tattico già fertile) e sui contro (scegliere di ricominciare o persino restare a bordo campo e attendere): e quando ormai sarà impossibile rinviare, varranno una volta e per sempre le frasi usate da De Laurentiis a mo’ di spot rassicurante: «Per il momento è inutile mettere ansia a Mazzarri, ha cose più serie a cui pensare: ci sono le partite, la corsa Champions. Ne discuteremo, come abbiamo fatto in passato, serenamente: lui è la prima scelta».
E il contratto – economicamente – è un dettaglio marginale: lo conferma la tendenza del passato, la scelta di «premiare» Mazzarri per il lavoro riconoscendogli l’ingaggio più elevato tra i tecnici italiani; ritoccare quei duemilioni e cinquecentomila euro non rappresenta un ostacolo per De Laurentiis, che per dar corpo ulteriore al progetto è pronto a proporre un biennale da tre milioni di euro. Non una cifra qualsiasi e, soprattutto, un numero legato a un progetto che pesa.

I PROGRAMMI – Mazzarri è ormai alla sua quarta stagione, ha avuto praticamente carta bianca, ha potuto lavorare in sintonia con il direttore sportivo Bigon, ha costruito una squadra seguendo la politica societaria e anche la propria ispirazione: resta, dominante, la filosofia del fair play finanziario, ma il Napoli ha investito in questi anni, ha elevato in maniera netta, decisa, il tetto degli ingaggi e pur rispettando il bilancio e tutelandolo, non ha risparmiato.
De Laurentiis ha già sottolineato dove e come bisognerà intervenire, ha tracciato la strada su cui vuole correre: «Il nostro Napoli sarà sempre competitivo, cercheremo di individuare questi quattro-cinque uomini che fanno al caso nostro».
Il piano è pronto, anche se sarà indispensabile attendere gli sviluppi del mercato e le evoluzioni intorno a Cavani, l’elemento caratterizzante dell’estate: la clausola rescissoria da 63 milioni di euro rappresenta il caveau, eventualmente nel quale poi intrufolarsi per sbollire la malinconia di una partenza attraverso una serie di risposte adeguate affidate a Jovetic e/o a Osvaldo, a Dzeko e/o a Pazzini, ad Astori e/o a Nainggolan. E l’ultimo decennio (circa) di Napoli è la manifestazione di un interesse sempre vivo in De Laurentiis, di un’ambizione confermata dal campo: «Saremo protagonisti».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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