Cavani ci sarà. Lo dice, Walter Mazzarri, e questo già segna una differenza tra la vigilia del Napoli e quella della Juve visto che dall’altra parte Conte dovrà fare a meno di Buffon e Vucinic («Ma per noi non cambia nulla perché si tratta di mettere il pallone sempre in quell’angolino», afferma il tecnico). E’ sereno, Mazzarri, vestito come si conviene per una grande occasione: divisa ufficiale, eleganza nei gesti e nei contenuti. A Carrera che dice che il modulo della Juve, analogo a quello del Napoli, è più offensivo, non replica. Ma una precisazione la fa comunque: «Quando si fanno certe valutazioni bisogna sempre partire dall’organico che si ha a disposizione». E quello bianconero è decisamente il più ricco della serie A italiana. Non vuole caricare in maniera eccessiva questa sfida: «Se avessimo giocato subito si sarebbero evitate tante polemiche». Persino sulla mano che Carrera vuole stringere si concede un dribbling elegante ma non privo di una spruzzatina di veleno: «Se verrà, gliela stringerò».
VALORE – La lunga pausa internazionale ha caricato ulteriormente una sfida già ricca di contenuti. All’ottava di campionato può sembrare strano parlare di partita decisiva per lo scudetto. Ma se non è decisiva, certo contiene aspetti di straordinario rilievo. Prova a smorzare, Mazzarri: «Questa partita, come tutte le altre, vale tre punti. Poi capisco che alcune sfide siano più affascinanti, danno spunti maggiori alla gente e a voi che siete il tramite tra la squadra e la gente. Capisco, fa parte del gioco. Ma noi l’abbiamo preparata come sempre, consapevoli che affrontiamo un avversario che non perde da un anno e mezzo, che nel suo stadio è imbattuto, che non è stato sconfitto neanche dai campioni d’Europa. In ogni caso ci sarà sempre una partita di ritorno e anche una sconfitta non cambierebbe nulla».
RISCHI – Il problema è sempre lo stesso: come fermare Pirlo? Dice l’allenatore: «Pirlo è un fuoriclasse ma tutta la rosa della Juventus è di altissimo livello, ha grandi giocatori in tutti i ruoli e in tutti i reparti e sono sempre affamati di vittoria. Dobbiamo impedir loro di giocare quando hanno la palla e quando ce l’abbiamo noi dobbiamo fare le cose che sappiamo fare. Aggressione alta? Al di là della tattica poi quel che accade in campo dipende da due condizioni: lo stato di forma della squadra e il valore degli avversari. Bravi sulle punizioni? E’ vero anche per questo vorrei difendere il più alto possibile, per evitare che possano averle in posizioni in cui possono crearci problemi».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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