Paghi una, prendi due: ma quel che resta del pomeriggio double face di Marassi, sono quei tre schiaffoni genoani che certo hanno scosso il Napoli, però lasciandogli la guancia rossa (e blu). Succede ed è capitato ancora: quinta sconfitta stagionale, nel bel mezzo del turn-over, e fa niente se per quarantacinque minuti è stato un arrembaggio. Le sberle, a volte, mandano ko.
Mazzarri, cosa salva di questa quinta sconfitta?
«La prestazione del secondo tempo, intrisa di rabbia agonistica, di determinazione. Una reazione da squadra vera, che ha sfiorato il pareggio. Non ci arrendiamo mai, continueremo a non farlo. E’ complicato riuscire a trasmettere concetti rasserenanti adesso, però noi siamo esistiti, vivi sino al triplice fischio di chiusura. Potevamo fare 3-3, abbiamo avuto le occasioni».
Stavolta, perdoni la curiosità, è colpa di….?
«Il Genoa è una signora squadra e si può perdere contro Palacio, Gilardino, Sculli e Biondini. Però è anche vero che noi per venti minuti, forse anche trenta, non ci siamo stati; abbiamo avuto difficoltà nell’impatto, abbiamo sbagliato l’approccio».
Ha detto alla vigilia: qualsiasi cosa faccia, verrò criticato. Un nome su tutti, Cavani.
«Era alla quinta gara consecutiva ed io da allenatore ho il dovere di tutelare i calciatori. E’ impossibile pensare di poterle giocare tutte, si rischiano infortuni muscolari. Ho valutato che questa fosse la circostanza idonea per farlo rifiatare, tutto qua».
Tra le sue tesi ce n’è una ricorrente.
«E vale sempre, ne ho le prove: con l’Inter abbiamo giocato mercoledì scorso, è stata quasi una finale di Coppa Italia, ha richiesto sforzi mentali anche. Alla distanza, tutti questi impegni, si pagano. Io non cerco alibi, offro risposte: è fisiologico farsi male, con tante partite consecutive. A noi è già successo con Maggio, con Gargano. Certe scelte hanno valore preventivo».
Altri tre gol subiti e siete arrivati a ventiquattro.
«Ma il settore non mi preoccupa. La difficoltà ad allenarsi, dovendo giocare a ripetizione, finisce per incidere sull’attenzione collettiva. E dunque, questo accade».
Però i difetti emergono, ciclicamente.
E’ vero che non mi è piaciuto il modo in cui abbiamo subito il secondo gol; ma è anche vero che sul terzo, quello che ha allargato in maniera decisiva la forbice tra noi e il Genoa, c’è fallo di Moretti su Maggio. Ora non voglio dire che abbiamo perso per questo, ma noi siamo una squadra che cerca il gol e che a volte si espone».
Non può «insabbiare» il primo tempo…
«Infatti non lo nascondo. Non ci eravamo, in tanti hanno impiegato un bel po’ prima di entrare in partita. Poi ci metto anche l‘eurogol di Palacio che ha ulteriormente peggiorato la situazione. Ma le gare vanno valutate nella sua intierezza ed io sono solito farlo anche a prescindere dal risultato».
Altro tormentone: meglio con la difesa a quattro…
«Ma quando il Genoa ha cominciato ad accusare la fatica. E poi mentre il Napoli esprimeva la sua massima potenza. E’ vero che i cambiamenti in corso hanno consentito di spingere, di produrre uno sforzo collegiale; però alla distanza sono anche usciti alcuni dei nostri che in avvio proprio non c’erano».
E ora, Mazzarri?
«Ora il Cesena, poi il Milan, poi il Siena, poi…. quante partite abbiamo?».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro