E’ combattuto dentro. Mazzarri non ha ancora preso una decisione sul suo futuro. Vuole rifletterci perbene. Valutare i pro ed i contro. Intanto si prepara all’incontro con De Laurentiis che potrebbe avvenire già mercoledì prossimo nel corso della cena sociale di fine campionato, quella che celebrerà il ritorno in Champions League.
LA TENTAZIONE – Da un lato, il tecnico toscano, l’unico di quelli disponibili in scadenza di contratto, vorrebbe tentare un’esperienza in un’altra piazza dopo aver spinto il Napoli più in alto che poteva; un’esperienza che gli trasmettesse nuove motivazioni e nuovi stimoli; un posto dove non gli chiederebbero di competere subito per lo scudetto, tanto meno di andare avanti in una competizione europea; dall’altro, gli dispiacerebbe lasciare sul più bello una squadra che ha costruito in tre anni e mezzo con lavoro certosino fino ad ottenere l’effetto di un’orchestra; gli dispiacerebbe voltare le spalle a De Laurentiis che con lui è stato sempre prodigo e disponibile; ed ancora di più, non vorrebbe scalfire quel feeling che si è creato con i tifosi. No, non è problema economico. Anzi, il presidente del Napoli, oltre ad aspettare pazientemente una sua decisione, gli ha anche promesso un lauto ingaggio. E non è una questione di potenziamento dell’organico: De Laurentiis ha lasciato intendere che attrezzerà a dovere la squadra per la Champions League come del resto fece già nell’estate del 2011 allorchè investì sui vari Inler, Britos, Dzemaili, prese Pandev, ed altri che poi si sono rivelati poco utili alla causa (Vargas su tutti).
I TORMENTI – Ma Mazzarri è combattuto. E si è chiuso in se stesso. Neanche ai suoi più stretti collaboratori ha confessato cosa intenda fare a campionato concluso. Riflette e lascia che si dica tutto ed il contrario di tutto sul suo destino. Anche a costo di apparire agli occhi del tifoso napoletano come colui che non ha il coraggio di puntare ad obiettivi importanti; anche a costo di vedere sciupato quanto di buono seminato in questi tre anni e mezzo di Napoli. Ma lui è fatto così. Introverso, poco incline alla comunicazione, sospettoso. Intanto, oggi, per evitare di rispondere all’inevitabile domanda sul suo futuro ed a quella sulla data dell’incontro con De Laurentiis, dribbla la conferenza stampa di vigilia di partita e manda a parlare Cannavaro, Grava ed Hamsik, i tre della vecchia guardia, quelli che sanno come svicolare all’avidità dei cronisti: «Che ne sarebbe del Napoli, se Mazzarri dovesse lasciare?», «E se va via anche Cavani?», «Per caso nello spogliatoio avete percepito qualcosa?».
LE RICHIESTE – In realtà, a Mazzarri sono arrivate un paio di sirene di mercato. Una, piuttosto concreta, dalla Roma. L’altra, un po’ meno, dall’Inter. Ed un timido interessamento anche dalla Spagna. Sondaggi portati avanti con il suo procuratore, l’avvocato Bozzo, non con il tecnico direttamente. A quella della Roma, un club che lo cercò anche anni fa, e che vanta un organico che lo stimola parecchio, sembra interessato. Ma ha preso tempo. Vuole parlare prima con De Laurentiis. E poi eventualmente valutare anche cosa gli prospetterà la società giallorossa in termini di progettualità e di organico su cui poter contare. Mazzarri non è tipo da accettare ad occhi chiusi una situazione del tutto nuova. Di sicuro, terrà conto anche delle pressioni ambientali. A Napoli ha agito quasi da allenatore-manager. Molte decisioni, anche di natura logistica, le ha prese lui. Ed a Napoli, nei momenti più critici, è stato lasciato tranquillo di poterli superare. Così come è stato accontentato nella cessione di alcuni elementi che avrebbero minato l’armonia dello spogliatoio. Sarà così anche altrove? Mazzarri riflette, senza peraltro scioglierà la riserva mentre De Laurentiis spera di convincerlo per la seconda volta e con gli argomenti giusti.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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