Si fa in fretta a dire: Buon Natale. Ma dopo quattro sconfitte che bruciano sulla pelle e un dicembre nerissimo, prima di lanciarsi nel cenone, e provare a gustarselo come un 2012 favoloso, serve altro: serve il Napoli del passato, serve una scossa. Serve un buon Natale…. Anche per festeggiare la 500ª panchina tra i professionisti.
Mazzarri, ha scoperto il virus?
«E’ un momento difficile e l’ho ammesso anch’io. E però sì, credo di avere individuato le cause. Sono curioso di vedere se a Siena applicheremo i concetti di cui ho avuto modo di parlare con i ragazzi. Ma sia chiara una cosa: ho vissuto situazioni peggiori».
Come se ne esce?
«In pochi giorni è complicato risolvere tutti i problemi, non ho la bacchetta magica, ma aspetto risposte positive dalla carica nervosa. Nelle ultime partite siamo stati superficiali, serve maggiore concentrazione. Comunque abbiamo sei punti in più rispetto all’anno scorso».
Quattro sconfitte consecutive ma, in generale. è da quando disse «penso a un anno sabbatico» che il Napoli s’è spento. Trova relazioni?
«E perché non me lo avete chiesto quando vincevo. Chiedete al presidente o ai calciatori se hanno notato cambiamenti dopo che mi pronunciai in quel modo. E comunque sono un professionista, con contratto in scadenza a giugno, quando poi deciderò cosa fare. Guardiola un anno fa usò più o meno le stesse frasi. Può essere concesso anche a me questo diritto?».
Le manca qualcuno ma Hamsik mediano non sembra un’ipotesi…
«Ho altre soluzioni e ci proverò solo se mi mancheranno alternative. Così mi sembra una forzatura, non saremmo protetti benissimo. E poi mercoledì ho visto Donadel meglio nella ripresa, quando si è scaldato».
Improvvisamente, siete carenti in qualche settore…
«Tocca a me far rendere al massimo l’organico a disposizione e di sicuro prima non eravamo in questa situazione. Poi, volendo, si potrebbero avviare altri discorsi, che per il momento non mi sembra il caso di fare. Però adesso è il momento di tirarsi fuori dagli impicci ed è importante far gruppo, evitare confusione».
Magari vincerne una.
«I bilanci non si fanno a campionato in corso ma alla fine e io, nel ritorno, non avrò alcun timore nell’affrontare la Juve e l’Inter al San Paolo».
E se fossero venute meno un po’ di certezze di questa squadra ch’è figlia sua, che ha alta considerazione di sè?
«I ragazzi mi hanno ascoltato e da loro ho ricevuto un gran bel complimento: Mister, nessuno fa quello che lei ci chiede. Ora abbiamo bisogno di sentirci forti nella fase passiva, perché le sconfitte un po’ di apprensione la creano. Serve attenzione, non si può sottovalutare nessuno. E se corriamo meno dei nostri avversari, andiamo in difficoltà. Dobbiamo metterci alla pari degli altri, recuperare e ottimizzare la forma».
Date l’impressione di essere quasi «condizionati» dallo stato di forma di Cavani…
«Probabilmente nell’inconscio si cerca più lui. Ma ho chiesto a tutti di provarci. E di metter al sicuro il risultato. Davanti alla porta si tira, perché altrimenti arriva Kone e fa un gol come quello di domenica, una prodezza quasi unica…».
Il Siena se la passa peggio, onestamente.
«Ma conosco Iachini e so che sarà una gara tosta. Il campo non ci ha mai detto bene e poi prevedo una partita difficile: ma questo mi gasa ancora di più, perché sarà possibile anche capire se abbiamo imboccato la strada giusta».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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