Ha del clamoroso il retroscena svelato da La Repubblica sull’addio all’Inter di Walter Mazzarri sostituito soltanto 3 giorni fa da Roberto Mancini. Il quotidiano romano, infatti, racconta di un Walter Mazzarri letteralmente “schifato” dall’atteggiamento tenuto dalla stampa e dai tifosi nei suoi confronti tanto da pensare addirittura di dire addio al mondo del calcio.
Ma Mazzarri di estimatori ne ha […] Un grande personaggio del calcio milanese gli ha confidato di non aver mai visto nella storia dell’Inter una simile gragnuola di offese, fischi, e sberleffi per un allenatore, neppure per quelli che avevano fatto malissimo. Ma Walterone sta riavvolgendo il nastro della sua avventura e tutto gli appare chiaro: i suoi errori, i complotti altrui, le macchinazioni, i risultati che in fondo c’entrano poco. Fin dal peccato originale: l’aver accettato la panchina nerazzurra convinto dal fascino di Moratti e dal gran nome del club. In quel colloquio 18 mesi fa con Moratti, Mazzarri ha in tasca il telefono che vibra a lungo: è Walter Sabatini che lo cerca con urgenza, la Roma lo vuole da settimane ma Walter ha davanti a sè il sogno di un vita e si fa sedurre.
Dietro il suo esonero resta sempre più convinto ci sia la vecchia guardia. La nuova dirigenza chiede al tecnico di avallare l’addio. Via il medico sociale e il gruppo storico degli argentini. Walter adesso capisce che quella è stata la sua fine e l’inizio ha la data del 10 maggio 2014 il giorno dell’addio di Zanetti. Lo lascia in panchina e alla lettura della formazione arrivano valanghe di fischi. Ma dalla prima giornata del nuovo campionato Mazzarri prende sempre fischi e lui non media, è convinto che basti li suo lavoro non le pubbliche relazioni.
Ora si reputa vittima di una congiura, di una Restaurazione. Pensa che Thohir sia stato convinto da altri a rimuoverlo, spaventa dall’ambiente che altri avevano creato. Ora vuole solo staccare, godersi il riposo e il lauto stipendio fino a giugno 2016. A un’altra squadra per ora non pensa. Il mondo del calcio lo ha un po’ disgustato. Fra molti mesi deciderà se rimettersi in strada, oppure se è davvero opportuno piantarla qui.
Fonte: Andrea Sorrentino per “La Repubblica”
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