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Mazzarri, sfida al Genoa: «Scommetto sul Napoli»

L’allenatore: 8 gare in 27 giorni devo ruotare i giocatori Vedrete le scelte che farò

 

Il mister partenopeo mostra fiducia:

«La gara più difficile tocca a noi. Il Genoa si è rinforzato con Sculli e Gilardino e l’ho sempre ritenuta una squadra pericolosa soprattutto in casa dove nell’ultimo impegno ha battuto l’Udinese». Mazzarri sottolinea tutte le insidie della trasferta di Genova che il Napoli affronta oggi alle 15. All’andata il Genoa a Napoli fu travolto 6-1: un’insidia in più la voglia di riscatto dei rossoblù. Turn over più ampio del previsto, quattro cambi rispetto all’Inter. «Davanti a noi abbiamo 8 partite in 27 giorni, devo ruotare i giocatori…». Cavani parte dalla panchina, al suo posto Pandev. Sottolinea tutte le insidie della trasferta di Genova. L’obiettivo immediato e basta, il solito Mazzarri, quello che guarda al presente. «Non si possono fare previsioni nel calcio, guardo di partita in partita, poi i conti li facciamo alla fine. Ora penso solo al Genoa».
Genoa che a Napoli fu travolto 6-1, un’insidia in più la voglia di riscatto dei rossoblù. «Il 6-1 fu una logica conseguenza di quello che ci stava capitando in quel periodo quando venivamo rimontati quasi sempre. Dissi ai miei di non sentirsi mai sicuri nemmeno con tre gol di scarto. E poi due tiri da fuori determinarono il quinto e il sesto gol. Credo che quel risultato non influirà sulla partita, il Genoa farà una prestazione importante a prescindere, così come il Napoli». Turn over più ampio del previsto, quattro cambi rispetto all’Inter. «Davanti a noi abbiamo 8 partite in 27 giorni, devo ruotare i giocatori per non incorrere in infortuni o a un rendimento inferiore a quello che possono dare. Vedrete le scelte che farò, non voglio anticipare nulla: so già comunque che se il risultato non mi darà ragione verrò attaccato».
Prima partita del girone di ritorno, il Napoli semifinalista in coppa Italia e negli ottavi di finale di Champions deve ritrovare stimoli e forza in campionato. «Da allenatore devo guardare prima alla prestazione e poi ai risultati. Cerco di avvicinarmi alla scienza ma il calcio non è sempre una scienza esatta e a volte gli episodi decidono le partite». Grande con le grandi, piccolo con le piccole, questi i numeri che hanno fin qui accompagnato il Napoli. «Noi siamo obbligati contro le grandi squadre a tirare sempre fuori il massimo perché altrimenti finirebbe male. Può capitare che in altre partite non si riesca ad avere la medesima concentrazione. E a volte non c’è tempo nemmeno per recuperare e io non riesco a lavorare come vorrei». La squalifica dell’Uefa, due giornate. «Non me le aspettavo. L’arbitro ha equivocato, faremo ricorso. Il mio intento principale era quello di non far perdere tempo agli avversari. La scorrettezza l’ha fatta Nilmar che è entrato nella mia area tecnica, volevo solo raccogliere il pallone per rimetterlo in gioco. Lui con il piede me l’ha spostato. Su questo credo che, grazie anche ai filmati, ci sono buone speranze».
Arrivare fino in fondo in coppa Italia significherebbe un posto sicuro in Europa League, ciò potrebbe allentare la tensione in campionato? «Può anche darsi, di sicuro il mio modo di pensare non cambia, cercherò di trasmettere la stessa carica a prescindere dal fatto che si giochi in Champions, in coppa Italia o in campionato».
L’abbraccio a Inler al momento della sostituzione contro l’Inter. «Quell’abbraccio aveva un duplice scopo. Volevo gratificarlo e dare un segnale ai tifosi. Devono capire che i calciatori daranno il massimo per questa squadra e vorrei fossero sostenuti anche se sbagliano tre passaggi di seguito. Poi al novantesimo si può contestare. Alttimenti si rischia di perdere un giocatore importante, come stava succedendo l’anno scorso con Gargano». Ancora un riferimento alla gara con l’Inter. «Non abbiamo preso gol e siamo riusciti a vincere. Dopo Siena l’avevo detto ai ragazzi: non pensiamo ai gol subiti ma a fare le nostre cose. È andata bene». Altro riferimento all’Inter, il cambio di Pandev con Lavezzi. «Da quando Pandev è tornato quello che conoscevo, ho garanzie ulteriori. Se si vuole crescere nel reparto avanzato dove ci sono ragazzi abituati a fare i protagonisti, bisogna che ci siano valide alternative. Il rispetto tra compagni in questo senso è fondamentale: chi entra o esce non deve fare differenza».

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

P.S.

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