Mazzarri ha l’inferno dentro di sé ma è bravissimo a dissimularlo, riuscendo ad apparire la persona più serena del mondo: «Questa squadra non è in crisi, è una parola inaccettabile per un Napoli che è secondo in classifica e che ha la seconda difesa più forte del campionato». Da tre anni abbondanti, non c’è nulla da fare: questo stadio mette malinconia agli azzurri e al suo tecnico: «Finisce sempre così, al primo tiro in porta fanno gol e vincono la partita». Ieri il Napoli non ha perso solo l’imbattibilità nel 2013: il Napoli ha lasciato qui a Verona un pezzo di un sogno chiamato scudetto. «Ma noi in estate non abbiamo mai parlato di vincere il campionato: con la società abbiamo parlato di crescita, di stare nei primi cinque posti, ma nessuno ci ha ascoltato. Ora siamo comunque secondi, stiamo facendo un grande campionato».
Anche per Mazzarri c’è dunque una fatal Verona. «È un momento particolare in cui non riusciamo a far gol. Ma occhio ai numeri: sei punti in più dell’anno scorso, siamo secondi a due punti davanti al Milan. Se si guarda il bicchiere dalla parte giusta si vede ancora mezzo pieno, se si vuole essere rovinosi e disfattisti si può dire qualsiasi cosa. Questa settimana già mi immagino cosa si abbatterà su di noi per questo ko: ci hanno criticato per un pari con la Juve, figurarsi adesso». I numeri a cui s’aggrappa Mazzarri non salvano la prestazione. I numeri non dicono che quella contro i clivensi è stata una partita lunghissima, piena di disgrazie, arsenico, poca lucentezza. «Solo tanta sfortuna anche se nel primo tempo l’impatto alla gara non è stato dei migliori. Abbiamo perso tutti i duelli sia sulle fasce che a centrocampo. Poi nella ripresa è stato un assedio. Nessuno potrà dire il contrario: però, non lo nascondo che questo è un ko che brucia».
Lui, Mazzarri, l’intuizione giusta non l’ha avuta. Il sogno chiamato aggancio alla Juve si è sgretolato: «Ancora siamo molto più avanti dell’anno scorso. È chiaro che quando si comincia a fare cose straordinarie e bellissime, si spera di farle per tutto l’anno, poi quando c’è una frenata come in questo momento ci dispiace, però il gruppo è unito. L’ho capito nel vederli affranti per la sconfitta: ho detto poche parole, invitando i ragazzi a non mollare perché contro l’Atalanta arriverà il riscatto. Ma ripeto, contro il Chievo è stata una sconfitta immeritata». Un Napoli troppo a lungo tremebondo. «Non è vero, solo all’inizio della partita. Poi c’è stato un assedio: nel campionato italiano anche la Juve, che sta facendo un campionato a parte quasi, ha perso in casa con la Sampdoria, può capitare di perdere a Verona con il Chievo». Infine un cenno alla prova di Rolando: «È come il mio Napoli: sfortunato. Ogni volta che gioca, perdiamo. Ma lui è stato tra i migliori». Non nasconde alcune ansie: «Alcuni giocatori non hanno lo stesso rendimento di un mese e mezzo fa. De Sanctis? Non gettate la croce su di lui. Può capitare. La squadra risente di critiche ingiuste. Andiamo avanti a testa alta». De Laurentiis, spesso assente fuori casa, non era a Verona ma ci sarà domenica, aspettando il riscatto.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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