In una gremita sala Italia del Castel dell’Ovo Walter Mazzarri riceve il premio Enzo Bearzot, organizzato dall’ Usacli per premiare l’allenatore che si è più distinto dal punto di vista umano e professionale durante l’anno. Il tecnico partenopeo succede così all’attuale CT della nazionale italiana Cesare Prandelli. Presenti per l’occasione, oltre ai colleghi dei più prestigiosi giornali cittadini e sportivi, anche i presidenti di FIGC e CONI Giancarlo Abete e Gianni Petrucci. A moderare il dibattito il collega della Rai Enrico Varriale.
Prima dell’inizio della cerimonia è però intervenuto un po’ a sorpresa il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris il quale ha voluto sottolineare gli immensi sforzi dell’amministrazione napoletana sul versante sportivo. “C’è un grandissimo desiderio di fare sport a Napoli” ha detto il primo cittadino “e questa è una cosa senz’altro positiva. Inoltre vedo in Mazzarri la persona più adatta per ritirare il premio dedicato a Bearzot. Il Napoli che ha vinto la Coppa Italia ha molto in comune con l’Italia dell’82”
Il Sindaco subito dopo saluta al platea, dovendo necessariamente abbandonare il Castel dell’Ovo a causa dei suoi innumerevoli impegni. La palla viene quindi presa a volo dal presidente della FIGC Abete che continua il discorso di De Magistris sull’impegno istituzionale verso lo sport. Le sue parole cominciano non appena in sala finiscono di proiettare le immagini dell’incontro di Ferrara e Peruzzi con i giovani detenuti a Nisida“Come dirigente mi sento impegnato verso lo sport vero. Purtroppo però lo sport è attualmente luogo di conflitto e confronto. Certe volte è il conflitto a prevalere, quando invece dovrebbe prevalere il confronto”
Interviene quindi Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, il quale fa un interessante riferimento su come le commistioni tra tifo e professionalità rovinino il giornalismo. “Sono critico nei confronti di una parte di quelli che fanno informazione. Certe volte assistiamo a trasmissioni che sono un autentica vergogna. Il giornalista non deve essere tifoso, ma deve informare, facendo al meglio il suo lavoro. Insulti e rabbia non fanno parte del giornalismo migliore. Inoltre i miei colleghi dovrebbero prestare più attenzione agli aspetti positivi dello sport e no concentrarsi solo sulle veline o sugli scandali”
La parola finalmente giunge a Mazzarri. “Secondo me noi ci facciamo prendere troppo dallo stress” dichiara il tecnico toscano “certe volte ci facciamo riprendere in atteggiamenti poco edificanti. Bisogna rispettare i ruoli. Lo deve fare in primis l’allenatore, non polemizzando troppo e rispettando le istituzioni sportive, ma lo devono fare soprattutto i giocatori. È inconcepibile che ragazzini di 17 anni si comportino in certi modi. Io avevo timore dell’allenatori, e quasi arrossivo quando mi richiamava. Adesso invece non è più così. E siccome il calcio è lo specchio della società il tutto deve essere inquadrato in senso più ampio. Dovrebbero esserci regole e sanzioni uguali per tutti i club”
Prima della premiazione c’è però tempo per ascoltare la vena polemica del presidente del Coni Petrucci. “Io non do confidenza ai giornalisti perchè difendo il calcio e la federcalcio. È facile giudicare da fuori, ma provate voi a gestire una federazione come quella calcistica, o muovere le fila della giustizia sportiva. Ecco ad esempio prima Palazzi non andava bene perchè troppo lento, adesso non va bene perchè troppo sbrigativo. Il mondo della stampa è fatto da gente che non deve decidere niente, ma ha la pretesa di sapere tutto” di tutt’altro tono nel finale quando parla del fatto che la prima medaglia azzurra di Londra 2012 dedicherà del tempo per le attività dell’ Usacli.
Finalmente giunge il momento della premiazione. Sullo schermo le immagini di Enzo Bearzot, della sua Italia e del presidente Pertini. Poi la consegna del trofeo, con un Mazzarri che, finalmente, concede qualche sorriso ai fotografi, mettendosi in posa per le foto di rito. Finale emozionante con il tecnico toscano che firma autografi ad alcuni bambini dell’Ospedale Pausillipon.
Dal nostro inviato al Castel dell’Ovo Giancarlo Di Stadio
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