Ad andare in frantumi, come un cristallo di quella Boemia da dove arrivano, non è stato il Viktoria. Ad andare in mille pezzi, in una notte di San Valentino che – visto il risultato finale – fa venire alle mente più la strage di Chicago che quella degli innamorati, è stato il Napoli. E Mazzarri non ha bisogno di usare le parole per far comprendere il suo stato d’animo. «È stata una serata ultra negativa. Abbiamo iniziato la gara con il piede sbagliato, con l’approccio soporifero. Come era già successo con la Lazio. E questo è un punto che deve farmi riflettere». Un Napoli sgonfio. Travolto e praticamente buttato fuori dall’Europa. «Chissà, forse era scritto che dovevamo fare questa brutta figura: loro hanno fatto tre tiri e tre gol, noi sette tiri e zero gol. Speriamo di ripartire subito tra due giorni contro la Sampdoria, anche se in questa partita siamo stati superficiali».
Una sconfitta cocente che fa male che rimette in discussione certezze ed equilibri azzurri anche in chiave campionato. «Non sono contento della prove dei singoli e non mi riferisco solo a El Kaddouri. Quella che ha affrontato il Viktoria è praticamente la squadra che gioca la domenica, ma in molti mi hanno deluso. La fase difensiva non l’abbiamo fatta bene: non mi basta il secondo tempo in cui abbiamo dominato e schiacciato gli avversari». Eppure è arrivato lo 0-3 casalingo, il secondo tracollo consecutivo in Europa League (dopo l’1-3 con il Psv). «L’avventura europea è finita? Io voglio pensare a quello che è successo al Chelsea lo scorso anno contro di noi. Ovvio, lì sarà difficilissimo, ma dovremmo comunque provarci a fare qualcosa di straordinario. Intanto pensiamo a riscattarci tra due giorni contro la Sampdoria, una squadra pericolosa: dobbiamo svoltare subito, dimenticare la batosta di ieri. Lo so che non sarà facile». Non è una questione di tattica («Nella sconfitta non c’entra niente la difesa a tre o a quattro», ribadisce), è un problema mentale. Forse persino peggio. «Non arrivavamo sulla palla nel modo giusto. Alcuni giocatori sono entrati male in campo. Bisogna scendere in campo con un altro piglio. Sembrava quasi un’amichevole, quasi che il Viktoria non dovesse nemmeno impensierirci. Eppure io li avevo avvertiti: avevo detto che questa squadra aveva battuto l’Atletico di Madrid e non l’ultima arrivata».
Non si aggrappa all’assenza dell’ultimo minuto di Insigne: «Il ragazzo stava bene. Doveva partire titolare, ma l’influenza l’ha bloccato. Non posso piangere per la sua assenza, non abbiamo perso perché non c’era in campo Lorenzo. Ma sono contento per la prova di Rolando che questa sera ha fatto una grande partita. Pensavo che la lezione presa qualche giorno fa all’Olimpico ci fosse bastata: invece non è così». Non accusa nessuno, Mazzarri. Del resto, quello che alla vigilia sembrava uno scenario fantascientifico, si è trasformato in realtà: «Voglio sentire oggi cosa mi diranno, sono curioso di capire le loro ragioni». La testa tra le nuvole del primo tempo e il fuoco d’artificio di inizio ripresa. «Calma, li abbiamo schiacciati. Questo poi dobbiamo riconoscerlo a noi stessi: e se non giocassimo su un campo di patate, le occasioni da gol sarebbero state almeno 12. Ma non è un alibi: che questo campo è terribile lo dico anche quando vinciamo». La corazzata che naviga con sicurezza nel mare del campionato, si è inabissata in quello europeo. Mazzarri non si scoraggia, nonostante l’impressionante sequenza di errori individuali. «Spero che adesso i tifosi non ci abbandonino, non ci facciano sentire il peso di una gara da dimenticare il prima possibile. Ora c’è la Sampdoria: la conosco bene, non sarà facile la gara contro di loro».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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