Garanzia Mazzarri. Incassata in settimana una doppia manifestazione di fiducia da parte di Thohir ( «Mi ha fatto piacere, ma io lo davo per scontato…» , ha confessato), il tecnico ha provveduto a rassicurare l’ambiente in prospettiva futura. Evidentemente ha sposato il progetto, quello che prevede un percorso triennale con una serie di tappe intermedie. Si comincerà la prossima stagione, con la Champions come traguardo. «La dirigenza sa che ho esperienza e idee abbastanza chiare. In 4 anni a Napoli si è vista un’escalation in tante cose. So cosa dire ai miei “datori di lavoro” per programmare il futuro» . Garanzie sì, ma anche un avvertimento, perché alla fine conviene sempre mettere le mani avanti: «Esistono dei parametri con cui valutare i risultati e mi riferisco al tipo di investimenti o al tetto ingaggi. Perché un allenatore può essere bravo e guadagnare qualche posizione in più rispetto al valore della squadra. Ma poi sono i giocatori ad andare in campo e fare la differenza ed è sempre la società a dettare la linea e le possibilità» .
Senza problemi. Il parallelo con l’esperienza sotto il Vesuvio, comunque, sembra ideale, visto che al primo anno fu raggiunta l’Europa League e al termine del secondo ci fu il salto in Champions, esattamente come vorrebbe Thohir. «Sono situazioni allo stesso tempo diverse e simili. A Napoli arrivai in corsa e con la squadra sest’ultima. All’Inter, invece, mi sono ritrovato in un momento particolare, con un cambio di proprietà e tanti giocatori in scadenza. Ma le difficoltà stimolano un allenatore, perché si vede se è in grado di tenere insieme la barca anche durante la tempesta» . Ad ogni modo, in azzurro Mazzarri è convinto di aver fatto bene e di aver lasciato un buon ricordo. «Difficoltà nel stringere la mano a De Laurentiis? Sarò concentrato anch’io sulla partita come Benitez, ma non ho problemi a salutare le persone con cui ho lavorato. A Napoli credo di aver fatto tanto, sono stato bene e sono stato apprezzato. Quando uno lascia, magari non viene capito, ma 4 anni stupendi vissuti intensamente non si possono cancellare» .
Meglio di altri. I bei ricordi, però, non annullano la voglia di andarsi a prendere una vittoria dai molti significati, oltre al fatto che sarebbe la prima in questo campionato contro una delle prime tre in classifica. «Rientra nella logica far fatica a battere le squadre più forti. Speriamo che possa accadere domani (oggi, ndr)» . Anche perché c’è da insistere dopo i successi in casa di Samp e Parma. Per la verità sono stati netti sul piano del punteggio, ma non altrettanto sul piano del gioco. «Sono stato il primo a farlo notare e mi fa piacere che lo abbiano fatto anche i giocatori, significa che sono riuscito a trasmettergli la mia mentalità, quella di non accontentarsi mai. In realtà, al Parma abbiamo concesso solo un quarto d’ora. Per il resto, anche al Tardini abbiamo fatto più del Parma. E su quel campo il Napoli ha perso, la Juve ha vinto in modo un po’ strano e la Fiorentina ha pareggiato» .
Elogi e pizzicotti. Le ultime parole sono state per Kovacic e Icardi, due punti fermi per il futuro come specificato anche da Thohir. Non a caso, Mazzarri ha elogiato il croato, che in passato aveva spesso criticato. «Come speravo, l’ho visto molto maturato. Ha capito che nel calcio moderno i giocatori devono essere funzionali nelle due fasi» . Un pizzicotto, invece, l’ha riservato all’argentino: «A lui dico che non si può giocare e muoversi solo con il pallone. Le semifinali di Champions hanno dimostrato che anche i grandi attaccanti tornano in difesa a dare una mano» .
Fonte: Corriere dello Sport
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