Le contromosse di Walter Mazzarri sono pronte. Da oggi il tecnico azzurro si dedicherà anima e corpo alla preparazione della partita di sabato contro la Juventus. Anche se mancheranno molti calciatori titolari, il toscano ha già in mente quello che si dovrà fare a Torino. Gli avversari li ha studiati bene, sa cosa serve per poter spegnere le velleità dei bianconeri. La prima cosa da fare è fermare il faro del centrocampo: Andrea Pirlo. Se si riuscirà a limitare il regista allora si potrebbe giocare tranquillamente alla pari e a quel punto il Napoli avrebbe molte possibilità di vincere la gara. Mazzarri sta pensando di far marcare il centrale da Valon Behrami. Lo svizzero dovrebbe avere il compito di seguirlo in tutte le zone del campo evitando di farlo impostare le azioni. L’allenatore partenopeo si è visto e rivisto la partita sofferta della Juventus contro lo Shakhtar Donetsk dove Pirlo non è riuscito a dare il massimo. L’anno scorso provò ad utilizzare Gargano ma quella partita di Torino era un’altra storia. Il Napoli ci arrivò stanchissimo viste le tante fatiche Champions. Stavolta dovrebbe essere diverso anche se alcuni calciatori, vedi i sudamericani, arriveranno molto tardi. In particolare Cavani che dovrà fare i conti anche con l’altitudine della Bolivia. A La Paz si giocherà a 3.500 metri di altezza. Un handicap non da poco per chiunque. C’è anche Vucinic che non fa dormire sonni tranquilli a Mazzarri. Il montenegrino cambiò le sorti dell’incontro di Supercoppa con una grande partita. Il prescelto per fermarlo dovrebbe essere Campagnaro. L’argentino è in uno stato di forma eccellente e potrebbe essere un’altra carta vincente dello scacchiere partenopeo. Il montenegrino non dà punti di riferimento e quindi si dovrà evitare di cadere nella trappola che Conte sta preparando. Il tecnico azzurro chiederà a Cavani e Pandev di giocare molto larghi sulle fasce così come è capitato contro l’Udinese. In questo modo si favorirà Hamsik che può fare danni per vie centrali. Marekiaro ha la licenza di potersi inserire in tutti gli spazi che si creano e quindi può sfruttare il tiro preciso che fino ad oggi è stato sempre fondamentale. Lo slovacco dovrà dimostrare di essere cresciuto in un esame di laurea vero e proprio. Dovesse far bene anche a Torino allora non ci sarebbero più dubbi sulla sua leadership.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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