Non è serata per dirsi addio. Non è serata per tenere il muso lungo. È una serata per abbracciarsi con tutti, saltellare sotto la curva, farsi persino prendere in giro negli spogliatoi. Eppure Mazzarri gioca a fare Mazzarri. Gli piace. Anche nel giorno in cui raggiunge l’apice della sua carriera, nel giorno dei record di punti della storia recente del Napoli, Walter da San Vincenzo si prende in giro e prende in giro. E rimette su il solito disco. «Dobbiamo fare sei punti nelle prossime due giornate per raggiungere il punteggio massimo. Poi parlerò del mio futuro. O meglio, parlerò con me stesso del mio futuro».
Diavolo di un Mazzarri. Aveva garantito che da questo estenuante playstation di dubbi, ne sarebbe uscito col secondo posto in tasca. E pure ieri che lo ha strappato al cospetto del suo nemico più caro Stefano Pioli, proprio non riesce a dire «o sì o no». Il gioco andrà avanti ancora per un po’, i tifosi del Napoli si mettano l’anima in pace. Mazzarri chiarisce il senso di quegli abbracci così calorosi: «Mica era un saluto. Era gioia pura. Abbiamo raggiunto un traguardo eccezionale, i miei ragazzi sono stati speciali». Parla di Cavani, del suo pupillo: «Cavani ha un carattere particolare, è lì sempre ad allenarsi. Anche a Palermo piaceva a tutti perché dava l’anima ma non era così cinico e preciso davanti alla porta come lo è diventato qui a Napoli. Con noi ha sentito la fiducia di tutti, abbiamo lavorato molto tecnicamente e tatticamente su di lui. La squadra gioca per Edi e lui si è esaltato».
Diamo a Cesare quel che di Cesare, verrebbe voglia di dire nella serata di festa in cui tutti possono lasciarsi tranquillamente andare. L’appuntamento è alla fine della stagione, inutile attendersi prima una fumata bianca: il conclave decisivo si terrà tra dieci giorni. Mazzarri chiarisce che non sarà particolarmente affollato. «Devo decidere da solo, è stata una mia scelta precisa lo scorso maggio. Se avessi voluto arrivare a oggi con il contratto rinnovato l’avrei fatto dodici mesi fa. La mia scelta è legata a tanti fattori. Io con De Laurentiis non ho alcun problema, sia chiaro. Ma non mi pento di essere a questo punto: sono convinto che la squadra da questa incertezza abbia tratto stimoli e motivazioni che l’hanno fatta rendere al di sopra del 100 per cento in tante partite».
Non cade nella trappola di chi prova a fargli dire cosa che non pensa. Mazzarri è uomo furbo. E lo si capisce al volo: «Noi l’anti-Juve? Per arrivare primi bisogna avere una squadra da primo posto. Se ti danno una squadra di super campioni puoi arrivare primi altrimenti questo non è possibile». La lingua batte, al solito, dove il dente duole. E sull’argomento Mazzarri è assai preparato. «Noi come la Juventus? Se guardiamo ingaggi e altri parametri noi abbiamo vinto lo scudetto… Con queste condizioni difficile poter recuperare in fretta la distanza». Sarà pure un faccia a faccia con se stesso, ma Mazzarri metterebbe fin da adesso la firma sul triennale che balla sul suo tavolo se vicino ad esso ci fossero pure gli ingaggi di almeno due top player. Sarebbe il miglior regalo per il ritorno in Champions dopo appena un anno di assenza.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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