C’eravamo tanto amati: e in quel quadriennio d’un magnetismo immediato, una passione a prima vista, s’è scritto un romanzone rosa che manco Liala. Ma niente è per sempre, men che meno nel calcio: e mentre sta per cominciare un’altra storia e il passato, cioè Napoli, lascia trasparire quel velo di malinconia e un pizzico d’ira per un addio (apparso) annunciato, Walter Mazzarri plana via etere sulla città, sceglie Radio Marte (l’emittente ufficiale del suo ormai ex club) per congedarsi e prova con pennellate di miele ad addolcire un addio che ha sparso una spruzzata d’amarezza in quella Napoli ch’è stata sua e che ormai è un ricordo.
LO SFRATTO – L’immagine simbolo è in quel giro di campo, nel congedo pubblico dalla sua folla e dai suoi uomini, con baci dispensati a ogni calciatore in quella Bologna che sa di Champions: è l’8 maggio e la percezione che ormai sia finita, che non ci sia spazio per lanciarsi in un quinquennio totalmente azzurro è assai più netta dei giorni precedenti. Poi verrà il Siena, poi ci sarà la Roma, poi ci sarà l’Inter e il trasloco da Pozzuoli: «Mi si è stretto il cuore nel portar via le mie cose dalla vecchia casa.Ma nella vita bisogna guardare avanti. Io per rispetto del nuovo allenatore non parlerò del Napoli, ma la mia è stata una scelta assai difficile da prendere e lasciare questa città è stato faticoso. Perché qui siamo stati capaci di realizzare qualcosa di straordinario, in queste stagioni. Voglio salutare i tifosi, ringraziarli per l’affetto che mi hanno dato. Spero di aver ricambiato il loro amore sul campo, offrendo tutto ciò che avevo per il Napoli».
IL REVIVAL – E’ il momento dei ricordi, è il momento in cui accartocciare quel quadriennio e poi tirar fuori i fotogrammi più nitidi, quelli ormai impressi nella memoria e magari nella pelle: è il momento di riattraversare – e rivivere – quella felicità scandita da sfide incancellabili pur dalla tristezza scatenata attraverso un divorzio che sembrava irrealizzabile, nonostante la Juventus di due estati fa e forse proprio per quella (ri)conversione: «Difficile scegliere, però ce ne sono alcuni che prevalgono: penso, ad esempio, all’atmosfera di Manchester, la sera in cui abbiamo debuttato in Champions League contro il City; e penso anche alla magia del San Paolo quando è venuto a farci visita il Bayern. Però poi mi soffermo sulla vittoria con il Chelsea, un 3-1 indimenticabile ma che mi ha lasciato dei rimpianti: perché se Maggio fosse riuscito a segnare il 4-1, probabilmente avremmo passato il turno e forse lo avremmo anche meritato».
GIA’ DERBY D’ITALIA – Napoli, Mazzarri: è la fusione tra due mondi, è l’esplosione d’una filosofia calcistica, è un matrimonio tra idee che si mescolano e trasformano un sistema, il 3-5-2 o il 3-4-1-2 scegliere quel che vi pare, in un modello, l’esaltazione e lo sviluppo di un concetto nel quale è concentrata la scelta di vita (professionale) d’un tecnico che si combina a meraviglia e fiorisce in quel solco già tracciato da Reja e che ora annuncia un derby d’Italia con la Vecchia Signora, come emerge dalle annotazioni. «Io ho deciso di andare avanti con il mio sistema di gioco e credo che finché funzionerà procederà sempre così. Con quel modulo, la Juventus ci ha vinto due scudetti». La (nuova) sfida è cominciata.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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