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Mazzarri: “Otteniamo nove punti e poi dirò tutto”

Il tecnico partenopeo: "Schiererò la migliore formazione per non sottovalutare il Pescara"

Ops, e se c’entrasse Freud? «‘N so‘ gnente daa Roma». Ridiamoci su: e in una vigilia (ovviamente) tesa, con il Pescara che danza nell’aria, il sorriso che strapazza i riti e le consuetudini è nel Mazzarri inedito, in versione romanesca, che travolto dall’interrogatorio-fiume sull’intero universo-calcio, sceglie e trova la variazione di percorso per indurre la platea a distrarsi.
Il mercato è un eterno tormento(ne), almeno quanto quella Champions a cui Napoli strizza l’occhio: e per sfuggire al pressing asfissiante, a quel martellamento perenne, arriva in soccorso una spruzzata di sana ironia per stoppare sul nascere qualsiasi illazione: «‘N so‘ gnente daa Roma». Pare un lapsus freudiano e invece è un dribbling per non divagare più di tanto: “cheese”.

Mazzarri, a che punto siamo?
«Non è cambiato nulla, vale quello che ho detto a suo tempo: aspettiamo l’aritmetica, mancano nove punti perché il secondo posto sia blindato. E quando sarà il momento giusto vi dirò».

L’interesse della Roma la lusinga?
«Mi lusinga quello che scrivete voi, perché io non so niente della Roma».

Però qualcosa è mutato: ora basterebbe avere la certezza della Champions….
«Vediamo… Mi interessa il Pescara, vincere una partita difficile, raccogliere quanto prima quelle tre vittorie che ci metterebbero al riparo da qualsiasi sorpresa».

In piccolo, senza voler esagerare, il Napoli ha tratti in comune con il Borussia Dortmund.
«Ma loro hanno un anno di vantaggio rispetto a noi. Nel 2008, quando arrivò Klopp, erano reduci da un tredicesimo posto. Io qua sono arrivato nel 2009, eravamo nei pressi della zona retrocessione. Siamo quasi a quei livelli. Però i tedeschi hanno vinto due campionati, ora sono quasi in finale di Champions. Noi però abbiamo fatto grandi cose, siamo entrati sistematicamente nell’élite del calcio nazionale e stiamo inseguendo un altro sogno».

Converrà che sarebbe più facile restare dove si è seminato piuttosto che andare a rischiare altrove per ricominciare.
«E’ vero che qui c’è un terreno arato. E che quindi ci sono i presupposti per dare continuità al lavoro fatto. Poi bisognerà vedere se esistono le condizioni, se c’è pazienza, se è possibile fare ciò che si fa in Germania. Ma sono discorsi successivi agli interessi attuali: la priorità, per ora, è il Pescara; poi verrà l’Inter, poi il Bologna, poi il Siena e infine la Roma. Io aspetto l’aritmetica».

Intanto potrà essere soddisfatto di ciò che ha realizzato.
«Penso di aver trasmesso le mie idee, di aver dato un’impronta, una mentalità precisa. E tutto ciò va sottolineato pure all’Adriatico, in una sfida che non può essere affrontata con leggerezza: ci aspetta un avversario che ha orgoglio, che domenica scorsa a Roma è andato vicino alla vittoria, che con Bucchi ha ritrovato motivazioni. Io Christian l’ho avuto qua, si vedeva che aveva le qualità per diventare un ottimo allenatore».

E’ costretto a cambiare: preoccupato?
«Assolutamente no. Semmai mi preoccupa il pericolo che si vada incontro al match con sufficienza dettata dall’inconscio: succedesse, rischieremmo una brutta figura. Un mio amico allenatore, diventato tifoso del Napoli, mi ha inviato un sms: sono queste le gare difficili. L’ho fatto leggere ai ragazzi».

Dentro Inler e Insigne.
«Ho un solo dubbio: Gamberini o Campagnaro in difesa. Poi Inler e Insigne sono garanzie. Con Gokhan avremo più proprietà di palleggio ma, forse, perdiamo qualcosa in fase difensiva, rispetto a Behrami, però faremo bene egualmente. E dagli attaccanti mi aspetto molto. Lorenzo conosce benissimo i nostri meccanismi, può fare la prima punta o alternarsi, è un grande calciatore, sta crescendo e seguendo un percorso prestabilito».

Quell’Armero che entra e incide non merita un po’ di considerazione in più?
«Maggio e Zuniga stanno facendo bene, come Armero, che può ricoprire vari ruoli e mi sta dando tantissimo. Sono contento delle sue prestazioni ma non vorrei offrire, con troppi cambi, una percezione sbagliata».

C’è una richiesta speciale per il suo Napoli?
«Di essere più cinico, più cattivo sotto porta. Quando ci capita l’occasione, dobbiamo sfruttarla. A volte sprechiamo troppo e questo comporta sforzi ulteriori».

Lei sa bene quale sarà la prossima domanda?
«Non ho dubbi. Ma io sarò prontissimo a rispondere a qualsiasi vostro interrogativo solo a Champions League ottenuta. Finché il campo non emetterà il suo verdetto, non dirò nulla. Conquistato il secondo posto, ci si ferma e si ragiona con se stessi. Facciamo in fretta questi nove punti e poi sono qua».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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