Il destino è in quelle mani nodose che ora stritolano lo stress: dentro o fuori in centottanta minuti, tre ore d’autentica passione in cui rilegger se stesso, la «sua» Napoli e pure la «sua» Bologna, gli inizi della carriera, il decollo e poi il volo sull’Europa che conta. Meno due: brrr, che emozione.
A questo punto, Mazzarri, dipende da voi.
«E non possiamo sbagliare. Il calendario secondo me dice Udinese, perché al Napoli tocca la squada più in forma del momento, ma questa di Bologna è la tappa fondamentale. Giochiamo in casa di una delle squadre più in forma del momento e del ritorno, Pioli da quando ha modificato il modulo ha fatto meno punti solo rispetto a noi, al Milan, e alla Juventus. Un errore in questo momento non concederebbe margini di recupero, potrebbe costar caro».
In diecimila al vosto fianco.
«Non posso che essere contento della risposta dei tifosi al nostro appello. So che sarebbero venuti anche se non li avessimo spinti a ciò; il connubio tra Napoli e sostenitori è indescrivibile e pure tra me e la gente. Sognavo un clima identico a quello del San Paolo e così sarà».
Lei sogna ben altro: ancora una partecipazione in Champions, ad esempio…
«Ma io aspetto che ciò accada, perché sono diventato scaramantico: restano due gare, le giocheremo a modo nostro e speriamo di ottenere quel che tutta la città, noi compresi, attende. Però, ribadisco, la stagione è eccezionale, comunque vada. Chiaro che ora vorremmo andasse in un certo modo, ma bisogna fare attenzione».
Fuori Lavezzi, par di capire.
«Io come allenatore credo di mettere in campo la formazione che mi dà maggiori garanzie. Nelle ultime quattro sfide, abbiamo ottenuto tre vittorie e un pareggio e trovato nuovi equilibri. Ma resto dell’idea che in corsa le partite possano essere cambiate e possano diventare fondamentali i cambi. In questo momento, rivista la vittoria con il Palermo, nella fase di possesso, Cavani, Hamsik e Pandev sono stati decisivi e non si possono discutere. E poi Goran è un top player, in senso assoluto, per quello che racconta la sua carriera. Ma son contento di come il Pocho si stia allenando, sta sempre meglio».
Pandev le dà soddisfazioni…
«Sta attraversando un momento di forma particolare e ora è giusto che giochi, ne va sfruttato il talento che qui è rifiorito dopo un periodo di appannamento vissuto a Milano. In attacco abbiamo alternative che assicurano garanzia, una alternanza di assoluta qualità. Lavezzi si sta preparando bene, vuole rientrare, è un’arma importantissima in più. A Roma lo misi in campo perché pensavo potesse incidere e invece non era ancora al top. Sta crescendo, però».
Pioli è la sua «maledizione.
«Ci conosciamo da tempo, ci siamo incontrati anche prima di queste ultime gare nelle quali mi ha battuto. Mi fa piacere che giochi quasi come noi, con la difesa a tre, anche perché quel sistema mi è caro, mi sento un precursore nell’utilizzo. Ha una bella squadra ma esprime un bel gioco: la sua è stata una stagione densa di soddisfazioni e sono convinto che pure contro di noi si esprimeranno sui loro abituali livelli».
Cosa è cambiato psicologicamente?
«Poco o niente: abbiamo sempre tentato di vincerle tutte e, per star sicuri di arrivare al terzo posto, dobbiamo continuare a pretendere il massimo. Abbiamo sprecato qualcosa, penso alla gara con il Catania, ma ormai è inutile voltarsi: non c’è nulla di scontato in questo campionato; i bilanci si fanno alla fine ed è inutile che mi stuzzichiate: sono superstizioso».
Un napoletano dentro…
«Mi attacco a tutto per combattere anche l’imponderabile. Il mio carattere si avvicina molto a quello dei tifosi, sono passionale come loro».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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