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Mazzarri nervoso: “Sarà dura”

Il tecnico azzurro: "Lo stadio dell'Aik non conterà sul risultato finale"

Ha poca voglia di parlare. Laconico e irritato. Walter Mazzarri non nasconde lo stato d’animo che lo accompagna da alcuni giorni, dal pari rocambolesco con il Milan, dai giorni successivi quando si è sentito oggetto di critiche da lui ritenute infondate e inopportune. Ma ora è qui a un crocevia decisivo: forse non immaginava che le cose sarebbero andate così e che quel che accadrà stasera alla fine sarà collegato a quanto avvenuto sabato sera. Una vittoria cancellerebbe qualche malumore, forse attenuerebbe l’irritazione che è evidente anche se Mazzarri smentisce: «Ho sempre sorriso poco e pensato a lavorare, mi comporto così anche ora» . Le sue risposte sono telegrammi, asettici, figli di una incombenza da soddisfare perché così impone la ritualità europea. Ma dando pienamente l’impressione che se avesse potuto scegliere liberamente, si sarebbe tenuto alla larga da questa sala, dal “Regno degli Ingrati”. Ed è un peccato perché questo è un appuntamento che meriterebbe un altro atteggiamento, perché le critiche sono parte anche del suo mestiere e la riconoscenza è un sentimento (che sopravvive sempre), le valutazioni, invece, fanno parte della cronaca e sono figlie di valutazioni possibilmente razionali anche se più o meno condivisibili.

EMOZIONE – Non lo smuovono nemmeno le sollecitazioni romantiche dei giornalisti svedesi che oggi racconteranno una pagina di storia: il Rasunda chiude i battenti, ha visto nascere la stella di Pelè e di altri grandi come Hamrin, è stato il palcoscenico dell’Europeo di venti anni fa. Solo un piccolo sussulto quando gli dicono che questa potrebbe essere una motivazione in più per Cavani, segnare gli ultimi gol in questo stadio: «Glielo dirò che può fare la storia» . «Il risultato lo stabilisce il campo, lo stadio che peraltro mi sembra pure bello e non capisco perché abbiano deciso di eliminarlo, non conta nulla» . La traduzione svedese è molto più lunga delle risposte in italiano.
FREDDEZZA – No, qualcosa non funziona. Troppe tossine ha lasciato il Milan passando dal San Paolo, raddrizzando una partita che dopo mezz’ora appariva chiusa. Ricominciare dalla Coppa, come è avvenuto con la vittoria contro il Dnipro. All’andata fu la partita di Vargas, tre gol che annunciavano una nuova primavera. Non è stato così, il cileno è tornato sui livelli delle prime esibizioni. «Partita difficilissima» , dice Mazzarri. Per questo ci sarà Cavani. I tempi del turn over drastico sembrano essere passati. Ora che i tempi son duri, i duri ballano. Mazzarri non lo dice ma forse lo pensa. Volendo, potrà sempre aggiungere un telegramma.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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