Ha poca voglia di parlare. Laconico e irritato. Walter Mazzarri non nasconde lo stato d’animo che lo accompagna da alcuni giorni, dal pari rocambolesco con il Milan, dai giorni successivi quando si è sentito oggetto di critiche da lui ritenute infondate e inopportune. Ma ora è qui a un crocevia decisivo: forse non immaginava che le cose sarebbero andate così e che quel che accadrà stasera alla fine sarà collegato a quanto avvenuto sabato sera. Una vittoria cancellerebbe qualche malumore, forse attenuerebbe l’irritazione che è evidente anche se Mazzarri smentisce: «Ho sempre sorriso poco e pensato a lavorare, mi comporto così anche ora» . Le sue risposte sono telegrammi, asettici, figli di una incombenza da soddisfare perché così impone la ritualità europea. Ma dando pienamente l’impressione che se avesse potuto scegliere liberamente, si sarebbe tenuto alla larga da questa sala, dal “Regno degli Ingrati”. Ed è un peccato perché questo è un appuntamento che meriterebbe un altro atteggiamento, perché le critiche sono parte anche del suo mestiere e la riconoscenza è un sentimento (che sopravvive sempre), le valutazioni, invece, fanno parte della cronaca e sono figlie di valutazioni possibilmente razionali anche se più o meno condivisibili.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro