Le parole le porta via il vento: ma ciò che resta, alla vigilia d’una gara apparentemente «normale», è l’espressione truce, quel ghigno dipinto sul volto che diviene ira. E’ Napoli-Cagliari e non c’è verso di lasciarsi scivolare addosso un pizzico di allegria, né il desiderio (vano) della spensieratezza: perché quel Mazzarri rosso(blu) con lo stress ci convive.
Niente male arrivare a meno sei in queste condizioni, Mazzarri…
«E invece io sono preoccupato, perché siamo alla vigilia di una gara dura e difficile. Il Cagliari nel ritorno ha fatto più punti di noi, mentalmente è libero, non ha pressioni, e poi è pericoloso, è organizzato».
Con rispetto parlando…
«Aggiungo: il calendario mi sembra dia una mano al Milan che può vincerle tutte. Certo, stavolta affronta la Juve, ma l’abbiamo visto domenica scorsa che squadra è quella rossonera: ci sta che faccia il pieno».
Pessimismo cosmico il suo. Avete una serie di match-ball a portata di mano: tre gare, nove punti, non sarebbe utopia.
«Se riuscissimo a vincere, certo che ci porremmo in una situazione privilegiata. Ma io ho rispetto del Cagliari, ne ho tanto. Conosco le insidie di questa sfida, l’ho spiegato alla squadra e spero seguano i miei suggerimenti. Anzi, sono certo che lo faranno».
Sono giorni che si parla di Cavani…
«Ma lui è ormai abituato alle voci di mercato e dunque non sono per niente allarmato: lui è sereno, il can-can non lo preoccupa. Vive il suo ruolo in assoluta serenità».
Qual è il timore?
«Il Cagliari e poi noi stessi: non vorrei che sbagliassimo l’approccio. Qualche volta è successo e poi è stata complicata. Io voglio vincere».
L’ultimo Pandev le trasmette certezze.
«E’ in un momento di forma particolare, ma per me Goran è stato importante durante tutto l’arco della stagione. Certo, fare gol gli fa bene. Ma è un principio che vale per qualsiasi attaccante».
A proposito di mercato, pure per lei si registrano attenzioni.
«Ma ho detto e ripeto che sull’argomento mi pronuncerò soltanto a fine stagione. Ora abbiamo altro per la testa: inseguiamo la Champions. Siamo avanti un bel pezzo, ma non è fatta: quel secondo posto va tutelato».
Ha cambiato il Napoli soprattutto a centrocampo.
«E la nuova formula dà protezione pure alla difesa. Abbiamo neutralizzato le insidie del trequartista, liberato Hamsik, che di fatto è un attaccante. Behrami ci ha offerto solidità ed equilibrio, in questa nuova posizione».
Cosa dirà ancora al Napoli prima che cominci la partita?
«Che abbiamo a portata di mano un risultato straordinario: la Champions. E siamo padroni del nostro destino: perché ottenendo il massimo si potrebbe chiudere al secondo posto. Ma che alle spalle ci sono avversarie che non s’arrendono e che il Cagliari è in salute. Ma noi dobbiamo centrare questo traguardo».
E se dovesse chiuderlo prima, questo discorso Champions?
«Vedremo se ci sarà la possibilità di far debuttare qualche giovane. Ma io in materia ho una mia teoria e l’ho dimostrata in passato. E comunque non rispondo a domande sulla finale di coppa Italia Primavera».
Ci sarà un giorno in cui sarà disteso…
«Oggi avverto la tensione della vigilia molto più di altre volte, perché conosco il pericolo. Un anno fa il pareggio con il Catania ci è costato il terzo posto e non vorrei che un calo possa pregiudicare il lavoro di questi mesi. Non possiamo sbagliare, non dobbiamo sbagliare, non vogliamo sbagliare».
La formazione è fatta, almeno quella…
«Decido all’ultimo momento. Rosati è una garanzia, anche statistica: con lui in campo è sempre andata bene in questi due campionati. Mi scoccia dire queste cose, perché portano male….Tocco ferro. La Champions è troppo bella per perdersi dietro queste cose».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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