La prova del (più) nove è un esame che non finisce mai di acuire lo stress: e in quel Napoli-Milan che, per cercare verifiche, alimenta la tensione, può nascondersi l’ennesima risposta da spedire al campionato. E’ una serata con i fiocchi, da condividere con Madame. una partita doppia che si gioca tra Torino e il San Paolo, un braccio di ferro a distanza su un enorme drappo tricolore: il gioco si fa sempre più duro, il Napoli si rimette a giocare.
Mazzarri, qualcosa è cambiato.
«Io avevo sempre avuto dal campo indicazioni positive. Poi, come a Bergamo, non c’era riuscita la rimonta. Ma le prestazioni mi sono sembrato convincenti».
Però otto gol tra Dnipro e Genoa…
«Io preferirei dover evitare sforzi del genere per soffrire (sorriso…) ma va bene anche così. Il Napoli ha sempre avuto un’anima, lo spirito giusto non è mai mancato. Contro gli ucraini e a Marassi siamo stati capaci di riprendere la partita, con l’Atalanta no. Ma nel calcio succede».
Stasera a chi tocca….?
«Noi abbiamo tutto da perdere, loro tutto da guadagnare. La visita di Berlusconi può rappresentare un ulteriore stimolo, ma continuo a pensare che sia il Napoli ad essere padrone del proprio destino. Ma il Milan è forte… ».
E il Napoli è terzo.
«Continuo a pensare, visto anche il periodo che stanno attraversando i rossoneri, che stiamo facendo grandissime cose. Gli equilibri, oramai, sono diventati sottilissimi e per me il livellamento è stato raggiunto verso l’alto: si può perdere contro chiunque, adesso».
Trova una squadra in crisi di risultati.
«In casa d’altri non entro».
Ha ritrovato il suo Napoli.
«Io non lo avevo mai perso. In questi giorni ho avvertito anche buone sensazioni, nonostante le difficoltà ad allenare tutto il gruppo assieme: ma ormai sappiamo convivere con le esigenze delle Nazionali».
Avete rivoluzionato l’andamento delle ultime gare giocando a quattro in difesa.
«Ma non do indicazioni, vedrete in campo. Abbiamo meccanismi che conosciamo bene, poi magari interverremo seguendo il corso della gara. Unica cosa che posso garantire: l’impegno. Se entriamo in partita con l’atteggiamento giusto, possiamo mettere in difficoltà chiunque».
Non ha Pandev.
«Che purtroppo deve restar fuori. Ma c’è Insigne, che sa ciò che deve fare: innanzitutto pensi alla squadra, niente personalismi. Lui può diventare l’emblema di questo gruppo, ha qualità incredibili. Però non carichiamolo di eccessive responsabilità, adesso».
Ha di nuovo Zuniga.
«E’ bello carico, pimpante. E’ stato fermo anche troppo. Ha voglia di giocare, difficile persino togliergli il pallone dai piedi».
L’immagine cult di Genova è l’abbraccio di molti dei suoi calciatori a lei, dopo il terzo gol.
«Io con questi ragazzi sono in perfetta sintonia da sempre. Marassi ha solo confermato pubblicamente quanto sia forte il legame tra di noi; ma il sottoscritto ne era già consapevole».
Avete ripreso a segnare su azione in trasferta.
«Ogni volta, su di noi, è una storiella: prima lo facevamo solo con le ripartenze; poi non lo facevamo più. Chi sa di calcio non ha difficoltà a riconoscere il nostro modo di essere: sappiamo sfruttare le vie centrali o quelle laterali; spero che con il Milan saremo bravi nel leggere la partita. Che è difficile».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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