Allergico alle rivoluzioni, Mazzarri respinge con sdegno l’idea che il Napoli possa cambiare modulo, in nome di una maggiore imprevedibilità del gioco e dell’intensità. Stasera, con il Chievo, lo schieramento che andrà all’assalto degli scaligeri sarò lo stesso di sempre, almeno all’inizio. Uomini a parte. «Stavolta mi interessa solamente il risultato, pure a costo di non giocare bene. L’ho detto ai ragazzi – spiega – Vinciamo e basta. Del resto non mi importa nulla. Soffrendo e faticando, trovando gli attributi dello scorso anno. Ma alla fine voglio i tre punti. Perché io con il Chievo voglio la svolta».
I rimproveri per il Napoli balbettante di questi tempi (non vince da cinque gare) hanno scalfito le certezze del tecnico, che ieri, oltre a ribadire l’assoluta fede nel 3-5-2, si è mostrato scettico sui rilievi mossi ai suoi giocatori. «Cambiare modulo? Può capitare durante la partita, per sorprendere gli avversari. Non è una questione di calo fisico, la squadra è viva. Non credo di aver spremuto troppo i miei ragazzi – spiega ancora – È tutto nella loro testa: hanno cominciato a prendersi il lusso di sottovalutare gli avversari. Prendete la gara di Siena: se invece di Reginaldo c’era contro Dzeko, secondo voi gli avrebbero consentito di fare tutto quel campo da solo? Rispondo io: no. Sarebbero andati in tre a fermarlo».
Insomma, per il tecnico degli azzurri qui c’entrano bel altre cose: la sottovalutazione dell’avversario, la perdita di umiltà e la mancata crescita delle riserve: «Ovvio che stasera andranno in campo le forze fresche, sperando che siano all’altezza dei titolari – ammette – Inler? Certo lui è già sicuro del posto. Mentre in difesa giocherà uno tra Fernandez e Grava anche se quest’ultimo per me è ancora un’incognita». L’altro ballottaggio è quello tra Hamsik e Pandev, con il macedone favorito sullo slovacco. Nessun dubbio sulla presenza in campo di Lavezzi e Cavani. In pratica l’obiettivo principale è di non mettere a repentaglio giocatori già sottoposti di norma a superlavoro (Gargano, Campagnaro e Maggio), anche tenendo conto della gara di Firenze, venerdì prossimo e dell’impegno in Champions, tra otto giorni.
La logica di Mazzarri, probabilmente terrorizzato dai rischi di fare una figuraccia contro il Chievo, è ineccepibile. «Devo dosare le forze. Morale: stasera dobbiamo vincere e basta. E poco mi importa di come giochiamo». I rincalzi del Napoli sono comunque più che sufficienti per spaventare il piccolo Chievo. «Contro di noi tutti giocano con motivazioni altissime. Siamo forti, facciamo paura, e tutti sanno che se fanno bene contro di noi trovano la gloria. E allora noi dobbiamo giocare allo stesso modo».
Non è un lamento, quello del tecnico toscano, ma la presa d’atto di un destino e un ruolo che obbliga la sua squadra a fare sempre qualcosa di più. E se non ce la, fa il prezzo pagato è alto, come è successo già tante volte quest’anno. Dubbi sulla felice funzionalità dell’impianto di gioco nemmeno parlarne. Prova a spiegare a tutti come battere il Chievo: «Per prima cosa mettendoci al loro livello e tornando umili – dice – Perché spero che la mia squadra l’abbia finalmente capito: se non rincorre gli avversari, se non si sacrifica, appena ha l’illusione di essere leggermente superiore agli altri, le prende». Dunque, meglio non ricordare che in caso di vittoria il Napoli tornerebbe a otto punti dal terzo posto.
Ha anche un desiderio: «Vorrei tanto che ci fosse la fila al botteghino anche contro il Chievo e faccio un appello ai nostri tifosi: il Napoli ha bisogno del loro supporto. Guai a pensare solo al Chelsea, sarebbe un guaio». La Champions in un cantuccio, ancora per qualche ora. Mazzarri sa benissimo che il Napoli non può più sbagliare in campionato. «È tutto ancora aperto anche se per noi è un momento difficile». Assicura di non aver letto le voci che lo spingono su altre panchine: «Io non prendo in considerazione quello che dicono gli altri: ho un contratto e voglio rimanere qui fino al 2013».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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